Cerca e trova immobili

CANTONE / IRAQÈ pulizia etnica nel nord dell’Iraq, la testimonianza di Donatella Rovera

02.09.14 - 10:54
Esecuzioni sommarie di massa e rapimenti, l'inferno iracheno denunciato da Amnesty International
Foto d'archivio (Keystone)
È pulizia etnica nel nord dell’Iraq, la testimonianza di Donatella Rovera
Esecuzioni sommarie di massa e rapimenti, l'inferno iracheno denunciato da Amnesty International

LONDRA / LUGANO - Pulizia etnica nel nord dell'Iraq, crimini di guerra, tra cui esecuzioni sommarie di massa e rapimenti. Ad essere prese di mira le minoranze etniche e religiose. Lo riferisce Amnesty International nel nuovo rapporto Ethnic cleansing on historic scale: the Islamic State’s systematic targeting of minorities in northern Iraq, reso pubblico oggi. Rapporto in cui si presenta le testimonianze di superstiti dei massacri che raccontano come decine di uomini e ragazzi nella regione Sinjar del nord dell'Iraq siano stati rapiti dai combattenti del’IS, accatastati in pick-up, condotti alle porte di un villaggio e massacrati in gruppo o individualmente. Sono stati inoltre rapiti centinaia, forse migliaia di donne e bambini, insieme a decine di uomini della minoranza Yezidi. Questo poiché lo Stato islamico ha preso il controllo della zona. 

"I massacri e rapimenti effettuati dallo Stato Islamico forniscono nuove prove del fatto che un’ondata di pulizia etnica contro le minoranze si sta diffondendo in tutto il nord dell'Iraq", ha dichiarato Donatella Rovera di Amnesty International, attualmente nel nord del Paese. 

"Lo Stato islamico sta svolgendo crimini spregevoli e ha trasformato le zone rurali di Sinjar in campi di sterminio con l’obiettivo di cancellare ogni traccia di persone che non siano arabe o di musulmani non sunniti", ha aggiunto Donatella Rovera.

Secondo Amnesty International sono diversi gli omicidi di massa che hanno avuto luogo nelle zone di Sinjar durante il mese di agosto. Nei villaggi di Qiniyeh e Kocho il numero dei morti è nell’ordine delle centinaia. Gruppi di uomini e ragazzi sono stati sequestrati dai militanti e fucilati. 

Said, scampato alla morte con il fratello Khaled, racconta che gli hanno sparato cinque volte, tre volte al ginocchio sinistro, una volta all’altezza dell’anca e alla spalla. Gli altri sette fratelli sono stati massacrati. Salem, un altro sopravvissuto alla strage, è riuscito a nascondersi e ha raccontato ad Amnesty International l'orrore di sentire le urla di dolore e disperazione di chi veniva fucilato accanto a lui. 

Le uccisioni di massa e i rapimenti stanno terrorizzando l'intera popolazione nel nord dell'Iraq, in molti stanno tentando una fuga disperata per salvare la propria vita. 

È ancora sconosciuto il destino della maggior parte delle centinaia di Yezidi rapiti e tenuti prigionieri dall’IS. Molti di loro sono stati minacciati di stupro o violenza sessuale e sottoposti a pressioni per convertirsi all'Islam "È ora che il governo iracheno si concentri maggiormente sulla protezione di tutti i civili a prescindere dalla loro etnia o religione", ha concluso Donatella Rovera. 

Entra nel canale WhatsApp di Ticinonline.
COMMENTI
 
NOTIZIE PIÙ LETTE