Cerca e trova immobili

GRANCIA / VERNIERDa Ikea Vernier meno frontalieri che a Grancia, ecco perché

02.09.14 - 06:52
Malgrado la vicinanza con la Francia, nell'Ikea della località ginevrina ci sono meno frontalieri che a Grancia
Foto d'archivio (Tipress)
Da Ikea Vernier meno frontalieri che a Grancia, ecco perché
Malgrado la vicinanza con la Francia, nell'Ikea della località ginevrina ci sono meno frontalieri che a Grancia

GRANCIA/VERNIER - Nella località ginevrina l’azienda deve privilegiare i residenti locali. Malgrado la vicinanza con la Francia, ci sono meno frontalieri che a Grancia.

Vernier è una località situata nel Canton Ginevra, a soli cinque chilometri dal confine con la Francia. Nel Comune è presente una filiale Ikea in cui la percentuale di frontalieri è pari, come riferito ieri dalla Tribune de Genève, all’8-12% del personale. Nel negozio situato a Grancia, a circa quattordici chilometri dal prossimo valico con l’Italia, i frontalieri sono invece «il 37% dei dipendenti a tempo pieno» ci comunica il gigante svedese. Come si spiega? La differenza è probabilmente da ricondurre anche a un accordo che, all’epoca del suo insediamento, Ikea aveva stipulato con il Comune di Vernier, dove il tasso di disoccupazione è il più alto del cantone, per favorire e soprattutto privilegiare l’assunzione di manodopera locale. «Se a un nostro annuncio di lavoro rispondono un cittadino di Vernier e un persona con le medesime competenze ma residente in un altro cantone o all’estero, dobbiamo impiegare il candidato di Vernier» ci spiega Virginia Calisi, portavoce di Ikea Svizzera. «Le condizioni poste dal Comune – continua – portano a un’inferiore presenza di frontalieri». E i residenti a Vernier impiegati dall’azienda svedese sono il 46% del personale.

Non è chiaro se anche in Ticino esistano aziende con cui sono stati sottoscritti accordi analoghi. Ma nelle zone industriali d’interesse cantonale di Riazzino e Biasca «l’insediamento delle aziende viene vagliato da una Commissione nel rispetto dei parametri della Legge sull’innovazione economica – afferma Stefano Rizzi, direttore della Divisione dell’economia – nella valutazione si tiene in considerazione, se possibile, anche il tipo di occupazione».

Entra nel canale WhatsApp di Ticinonline.
COMMENTI
 
NOTIZIE PIÙ LETTE