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IRAQViyan, Nahida, Faiza: sono le donne sul fronte

01.09.14 - 23:26
La lotta delle soldatesse curde dell'esercito Peshmerga: in difesa del Kurdistan, delle donne e contro l'Isis
Foto d'archivio (Keystone)
Viyan, Nahida, Faiza: sono le donne sul fronte
La lotta delle soldatesse curde dell'esercito Peshmerga: in difesa del Kurdistan, delle donne e contro l'Isis

BAGHDAD - Un Kurdistan indipendente fa paura. Il parlamento tedesco ha votato oggi l'invio di armi della Germania ai curdi nel nord dell'Iraq. Lo scopo dichiarato è di fermare l'avanzata dei miliziani dello Stato islamico. Il timore, tuttavia è che  "un Kurdistan indipendente nel nord dell'Iraq porti ad altre divisioni in Iraq. Per esempio nel sud e a Bassora", ha dichiarato il ministro degli esteri tedesco Frank-Walter Steinmeier.

Sul campo, a combattere contro i jihadisti ci sono i soldati Peshmerga. Tra di loro vi sono donne, che non soltanto si occupano di proteggere la popolazione curda, ma sono decise anche a dimostrare la loro efficacia e dignità di soldatesse.

Nella provincia di Sulaimanija, - si legge nell'edizione online del Rheinsiche Post - dove si trova una delle più grandi basi dell'esercito Peshmerga, sono presenti molte donne che hanno intenzione di combattere l'Isis, o lo stanno già facendo. Sono 600 le soldatesse al servizio dell'esercito curdo. "Mio padre, soldato Peshmerga, ha dato la sua vita" racconta una delle reclute, Nihajjad Salih. "Nella tradizione militare mi sono offerta volontaria nell'esercito, attraverso il quale voglio seguire le orme di mio padre".

Come Salih, tutti sono volontari. Hanno deciso di combattere per difendere l'autonomia del Kurdistan e per sconfiggere il terrore dell'Isis. E' la comandante Nahida Ahmed Rashid a spiegare che sono le donne delle truppe speciali ad essere state formate insieme agli uomini. Ed insieme combattono sul fronte.

Non è la prima volta che le donne combattono a fianco degli uomini per la causa curda. Nel 1996 i Peshmerga aprirono alle donne. Allora i curdi combattevono contro il Rais, Saddam Hussein. Oggi sono alcune centinaia le donne che combattono, volontarie, contro l'Isis. "Hanno imbracciato le armi e hanno scelto di combattere per proteggere il Kurdistan", ha detto la comandante Rashid alla BBC. "Ma vogliono anche dimostrare che non ci sono differenze tra uomo e donna". E hanno scelto di combattere "per proteggere le altre donne nelle regioni in cui il conflitto imperversa", ha detto Awas Tawfiq, che combatte sul fronte, in prima linea. "Sono contenta. Per prepararmi ho seguito l'addestramento per 8 anni", ha dichiarato alla BBC. Due giorni alla settimana nel campo di addestramento, quattro giorni insieme ai suoi figli. Faiza Aziz è un ufficiale e ha famiglia, come tante altre Peshmerga. "Quando mi sono sposata ho detto a mio marito: 'voglio andare nell'esercito, voglio diventare un Pehsmerga'", ha detto al telegiornale tedesco. Suo marito, anch'egli nell'esercito curdo, ha sempre sostenuto sua moglie, che ha fatto carriera militare, raggiungendo il grado di ufficiale. "Di questo sono grata a mio marito che mi ha sostenuto". Tuttavia il percorso per le donne è molto difficile. A cominciare dai pregiudizi nei confronti di quello che è considerato il "sesso debole". "E' ovvio che non è facile diventare un combattente" ha dichiarato Nihad Savgan. "Ma le donne diventano intrepide quando sanno come maneggiare un'arma", ha concluso la comandante Viyan Yusuf.

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