Cerca e trova immobili

HCAP"Ambrì: LNA o sarà Prima Lega. Una fusione con il Lugano? Impensabile"

02.09.14 - 07:01
Più "fisici" e con quattro ottimi stranieri: secondo Brenno Canevascini i biancoblù sono migliori dell'anno scorso. Possono crescere ma non devono sbagliare: una retrocessione sarebbe catastrofica
TiPress/Samuel Golay
"Ambrì: LNA o sarà Prima Lega. Una fusione con il Lugano? Impensabile"
Più "fisici" e con quattro ottimi stranieri: secondo Brenno Canevascini i biancoblù sono migliori dell'anno scorso. Possono crescere ma non devono sbagliare: una retrocessione sarebbe catastrofica
HOCKEY: Risultati e classifiche

AMBRÌ – Vi serve una statistica, un numero, riguardante l’Ambrì? Chiedete a Brenno Canevascini, saprà di sicuro aiutarvi. L’avvocato ticinese è infatti un tifoso appassionato e attento, un fan fedele e acuto osservatore del mondo biancoblù, del quale conosce praticamente tutto.

E allora chi meglio del legale locarnese può spiegarci cosa ci si deve attendere dalla nuova stagione? Dal punto di vista del tifoso, ovviamente…

“La squadra di quest’anno è buona – è intervenuto proprio Canevascini – la speranza è che possa confermare e anche migliorare il risultato dell’anno scorso”.

Il mercato è stato convincente…
“Ritengo che il gruppo a disposizione di Pelletier sia oggettivamente più forte di quello della passata stagione. Lo vedo più pronto fisicamente. Ci sono poi, soprattutto, fin dall’inizio quattro ottimi stranieri…”.

È uno degli Ambrì migliori degli ultimi anni?
“È difficile fare paragoni tra campionati diversi o addirittura spingersi indietro nel tempo. Qualche anno fa, un decennio, la squadra era davvero competitiva... ma non si può confrontare con quella attuale. L’hockey è cambiato così tanto…”.

Qualche dubbio?
“Si deve vedere in che modo sarà assorbita la partenza di Noreau – ha aggiunto Canevascini – la sostituzione con O’Byrne non è naturale. Il primo era un difensore molto… offensivo. Il nuovo arrivato è invece fisico ma prettamente difensivo. Starà a coach Pelletier trovare il modo per fare rendere al meglio il gruppo”.

La sensazione, dall’esterno, è che il club stia vivacchiando in attesa della nuova pista. È d’accordo?
“Per nulla. Quello dei biancoblù non è un “vivacchiare”, piuttosto un tentativo di rimanere in piedi e di continuare a camminare egregiamente fino al traguardo. Del nuovo impianto posso parlare con cognizione di causa, visto che sono membro del CdA di Valascia Immobiliare, la società che dovrà costruirlo. In questo momento la dirigenza leventinese sta muovendosi, sta programmando, con il chiaro intento di arrivare alla stagione 2018-19 e alla nuova casa”.

Che dovrebbe risolvere ogni problema...
“Un impianto di proprietà ti permette di avere introiti superiori, legati alla ristorazione, al marketing, allo sfruttamento degli spazi… La speranza del club è ovviamente che queste entrate vadano a coprire il deficit strutturale (quei 2'000'000 di franchi a stagione di cui tanto si parla) e che lo “trasformino” in un deficit normale, rendendolo simile a quello con i quali sono costretti a confrontarsi tutte le realtà professionistiche. Ogni discorso sull’economia della società è tuttavia, in questo momento, prematuro: in quattro stagioni può cambiare tutto”.

La proprietà di un immobile è la panacea per tutti i mali?
“Ci sono vantaggi e svantaggi sia da proprietari che da inquilini – ha continuato l’avvocato locarnese – dipende dagli accordi che i club hanno con i vari Municipi. Di sicuro l’Ambrì potrà utilizzare la sua nuova casa organizzare eventi e convogliare persone che poi faranno capo ai suoi servizi. Se questo sarà economicamente vantaggioso lo vedremo con il tempo”.

Nello sport, in generale, essere padroni dell’impianto in cui si gioca è, al giorno d’oggi, una necessità per rimanere ad alti livelli?
“Non per forza”.

Senza di esso l’Ambrì potrebbe confermarsi in LNA?
“Il discorso che riguarda i leventinesi è particolare. Loro sono costretti a rimanere nella massima serie nazionale. In LNB il club diverrebbe infatti meno “appetibile”: non potrebbe contare su parte degli introiti relativi a pubblico e merchandising e finirebbe con il faticare parecchio. Non penso si potrebbe allestire una squadra competitiva per tornare a battagliare per la risalita. Credo anzi che anche la LNB sarebbe un lusso. Io, per i biancoblù, vedo la LNA o la Prima Lega”.

Sarebbe un disastro, sportivo, per l’hockey ticinese e svizzero.
“In Ticino soprattutto, le due squadre presenti servono l’una all’altra. Il Lugano sta economicamente meglio dei sopracenerini, questo è vero; non per questo potrebbe in ogni caso gioire della loro assenza. I bianconeri avrebbero anzi effetti negativi da un'eventuale discesa dei biancoblù”.

Ci sarebbe quasi da unire le forze…
“Una fusione? Impensabile. Nell’hockey, a differenza del calcio, l’aggregazione non sarebbe positiva. Nel pallone invece, vedrete, ci si arriverà…”.

Entra nel canale WhatsApp di Ticinonline.
COMMENTI
 
NOTIZIE PIÙ LETTE