REGNO UNITONel mezzo di un istante infinito

MANCHESTER - Con l’uscita di Booth e il reclutamento, in sua sostituzione, di Michael Kulas, la metamorfosi della line-up, sul finire dello scorso millennio, si concluse con lo scioglimento del combo dopo due soli album,  Millionaires (Mercury, 1999) e Pleased To Meet You (Mercury, 2001).

“Dopo quasi dieci anni, nel 2007, io, Jim Glennie (basso), Larry Gott (chitarra), Saul Davies (chitarra, violino), Mark Hunter (tastiere), David Baynton-Power (batteria) ed Andy Diagram (tromba) ci ritrovammo in sala prove – mi spiega Booth nel corso di un’interurbana – Il tempo sembrava si fosse fermato, tutto quanto funzionava come una volta, come negli istanti in cui registrammo Laid (Mercury, 1993), per intenderci…”.

La reunion si riversò su nastro poco dopo, con la pubblicazione di Hey Ma (Mercury, 2008), a cui seguirono, nel 2010, due mini album, The Night Before (Mercury) e The Morning After (Mercury). E dopo quattro anni, la gestazione de La Petite Mort è giunta al termine portando in grembo dieci tracce ammalianti, sviluppate in penombra, a ridosso di un margine sonoro dove riverberi new wave, synth pop e alt-folk prendono vita e d’un tratto si esauriscono…

Tim, raccontami i testi…
"Riflettono la diversità nell’elaborazione del lutto: in questo ultimo periodo della mia vita ho perso mia madre e la mia migliore amica…"

Hai parlato di diversità…
"Mia madre era malata da tempo e, in un certo senso, ero preparato… L’altra vita, invece, si è interrotta in un istante, per me infinito…"

Il titolo del disco è però un eufemismo per descrivere lo stato post-orgasmico… Che senso ha questa scelta?
"Paradossalmente, evoca il mio risveglio, un altro tipo di risveglio…"

In quali termini?
"Da qualche tempo vivo ogni giorno come se fosse l’ultimo…"

Infos: wearejames.com