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CANTONECassa unica, Romano: "Non ci facciamo dare lezioni dall'Italia"

01.09.14 - 09:51
Il consigliere nazionale PPD contro la cassa malati unica: "Quando un cittadino svizzero si deve curare in Italia la prima cosa a cui pensa è se ha la tessera Rega per farsi riportare in Svizzera"
Foto composizione (Archivio Tipress)
Cassa unica, Romano: "Non ci facciamo dare lezioni dall'Italia"
Il consigliere nazionale PPD contro la cassa malati unica: "Quando un cittadino svizzero si deve curare in Italia la prima cosa a cui pensa è se ha la tessera Rega per farsi riportare in Svizzera"

BELLINZONA - A Marco Romano la cassa malati unica proprio non piace. Al motto "riforme sì, rivoluzioni no", il giovane consigliere nazionale PPD, tiene però a ribadire un dettaglio importante: "Io con le casse malati non ho nessun legame e non sono in nessun consiglio d'amministrazione". Fra poco meno di un mese gli svizzeri potranno esprimersi se accettare o meno l'iniziativa di una cassa malati unica che metterebbe fine a quella che i favorevoli considerano una sorta di sistema in cui vigerebbe una pseudo-concorrenza utile soltanto alla causa dei manager e degli interessi privati.   

"No a una sanità all'italiana". Come spiega questo slogan?
"Definendolo semplicemente uno slogan da campagna elettorale paragonabile a tanti altri. Non si tratta né di un trattato scientifico, né di un'analisi di dettaglio".

Parliamo dello slogan. Lei dice "No a una sanità all'italiana". Perché?
"Perché quello italiano è un sistema statalizzato, molto pesante e fortemente indebitato. Ha sì delle sue punte d'eccellenza, ma presenta tanti scandali e parecchie situazioni poco chiare. Qualsiasi cittadino svizzero che si trovi in Italia in una condizione di necessità, in cui è richiesto l'intervento sanitario, la prima cosa a cui pensa è se è in possesso della tessera di elisoccorso Rega per farsi riportare in Svizzera. Questo è un dato di fatto. Sempre più cittadini italiani che se lo possono permettere vengono a farsi curare in Svizzera. E non sono soltanto i vip. La polemica sul manifesto è stata montata ad arte. Si parli di temi concreti. Anche i promotori dell’iniziativa dicono che i premi diminuiranno, ma è sotto gli occhi di tutti che affermano il falso. Farsi dare lezioni da parte italiana non mi sembra proprio il caso".

Lei dice che ci sono cittadini italiani che vengono nei nostri ospedali a farsi curare. Come mai la quasi totalità dei lavoratori frontalieri non sceglie di assicurarsi con la cassa malati svizzera?
"E' una libera scelta che fanno loro. Personalmente non mi tocca".

Lei pensa che un altro sistema di finanziamento, per esempio come funziona l'AVS in Svizzera, non potrebbe essere considerato? Un sistema in cui una parte della quota di premio la paga il datore di lavoro e una parte il lavoratore, attuando così una sorta di principio di patto sociale?
"I datori di lavoro partecipano con l'infortunio e le tasse che pagano per finanziare la sanità in Svizzera. L'AVS è un patto intergenerazionale, mentre la cassa malattia è un patto tra sani e malati. L'AVS presenta dei problemi finanziari seri, che imporrano delle scelte politiche radicali. Sul lungo periodo il sistema diventerà sempre più difficilmente finanziabile. Con l'AVS tutti ricevono qualcosa, mentre nella sanità esiste un margine di scelta personale. Se ho mal di testa decido io se andare dal medico o meno. Il paragone tra AVS e Cassa malati non esiste".

Più che paragone, intendevo la scelta di un nuovo modello di finanziamento della sanità...
"Si costruisce un sistema di finanziamento in base allo strumento che si applica. Nella sanità ci sono i modelli di scelta. Con il sistema attuale il giovane in salute può permettersi di alzare la franchigia e così risparmiare sul premio. Nell'AVS, invece, mica posso dire: non verso i contributi perché so che tanto morirò a 61 anni".

Il sistema di finanziamento odierno va bene così?
"Nemmeno gli “iniziativisti” mettono in discussione l'attuale sistema di finanziamento. A differenza della situazione odierna, loro dicono che ad incassare sarà una cassa unica e che ci sarà un premio unitario cantonale uguale per tutti. Ma non dicono quali premi si pagheranno, se saranno in base al reddito o meno. La loro è un'iniziativa antisociale. Sarà la fine di tutte le possibilità che sono date oggi di scegliere la franchigia, il modello di medico di famiglia. Vi sarà un premio unitario, uguale per tutti. Un modello all'italiana o alla francese che risulterebbe nocivo per noi".

In tutti i casi tra la popolazione c'è la richiesta di adozione di correttivi. I ticinesi hanno pagato più premi di quanto avrebbero dovuto...
"Sì, vero, ma la cassa malati unica non c'entra. Un merito, però, questa iniziativa ce l'ha: ha messo pressione sul parlamento in merito alla questione della riserve. In questa sessione concludiamo l'analisi della legge sulla vigilanza delle casse malati che porrà regole chiarissime per quanto riguarda le riserve, la fissazione dei premi, la possibilità di intervenire in caso di premi troppo alti. Soltanto l'UDC combatte questa legge. Fondamentalmente la cassa malati unica non avrebbe nessun effetto su queste distorsioni. In questo settore ci vogliono riforme, non rivoluzioni".

Gli “iniziativisti” dicono che non ci sarebbero più manager pagati d'oro e finirebbe la pseudo-concorrenza tra casse malati...
"I calcoli dimostrano che su 100 franchi pagati di premio di cassa malati, 5 servono per i costi amministrativi e pubblicitari. La Suva, che viene presa come esempio dai favorevoli all’iniziativa, ha il 10-11% di costi amministrativi. I monopoli di Stato assoluti diventano dei pachidermi che non sono spinti né ad essere più trasparenti né ad essere più efficaci. Oggi la concorrenza è regolata dalla legge e dà la possibilità di scelta".

Per le famiglie i premi di cassa malati rappresentano sempre più una voce di spesa importante. Come fare per sgravare i nuclei famigliari con figli minorenni a carico?
"Ci sono le franchigie, i vari modelli di assicurazione per i giovani che permettono di ottenere degli sconti. Come PPD siamo favorevoli ad esonerare i bambini dal pagamento della cassa malati. In Ticino il 30% della popolazione beneficia di sussidi sui premi. Con la cassa unica le famiglie pagheranno di più, attorno al 15%. Questo perché verrebbe abolito il sistema delle franchigie".

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