La raccolta dei rifiuti sommersi nel Ceresio ha portato alla luce diverse curiosità
PARADISO - Ruote di tutte le dimensioni, lattine, scatolame, ma anche un cellulare, una conserva di pomodori sott’olio. Persino una vecchia telecamera con tanto di rullino e conchiglie incastonate - “sarà di trent’anni fa, almeno”-: c’era di tutto, tra i rifiuti sommersi strappati alle acque del lungolago di Paradiso dai volontari dell’Associazione fondali puliti del Ceresio (Asfopuce).
Di tutto, anche se non più i frigoriferi, le lavatrici e i rifiuti ingombranti di un tempo – il reperto più grande di quest’anno: una griglia da barbecue. "Perché i luganesi ormai si limitano ai rifiuti di piccole dimensioni - spiega Daniel Ponti, presidente dell’Asfopuce - non è tanto questione di educazione: i rifiuti più ingombranti sono più difficili da buttare nel lago, poi c’è la tassa anticipata di smaltimento, quindi…”.
Sono i rifiuti piccoli, dunque, quelli su cui i luganesi (“ma anche i turisti, certo”) si fanno meno problemi. “Quando si è vuotata la bottiglia, buttarla dal pontile è più comodo che cercare un cestino dei rifiuti”, continua Ponti. "Ce n'è ancora di strada da fare, il nostro lago merita rispetto".
Una pulizia all’anno basta? Avanza? “Il nostro scopo, in realtà, non è tanto pulire il lago - spiega Ponti - quanto sensibilizzare la gente su questo problema”. Donde la presenza folta di baby-spazzini delle acque, tutt’altro che schifati dal contatto con i rifiuti lacustri: i guanti, naturalmente, erano d’obbligo. E poi lavarsi le mani.
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