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CANTONE"Con l'inglese al primo posto, saremmo tutti più poveri"

29.08.14 - 19:11
Decisa presa di posizione del linguista Alessio Petralli dopo le esternazioni del presidente del Politecnico federale di Losanna: "L’economia non centra. Qui si parla di identità e di cultura"
KEYSTONE / Regina Kuehne
"Con l'inglese al primo posto, saremmo tutti più poveri"
Decisa presa di posizione del linguista Alessio Petralli dopo le esternazioni del presidente del Politecnico federale di Losanna: "L’economia non centra. Qui si parla di identità e di cultura"

LUGANO – Inglese per tutti e addio a francese e tedesco. Sarebbe questa la ricetta di Patrick Aebischer, presidente del Politecnico federale di Losanna, per l’insegnamento delle seconde lingue nelle scuole elementari della Romandia e della Svizzera tedesca. La dichiarazione, rilasciata alla NZZ, sta suscitando parecchie reazioni. Soprattutto per il modo con cui Aebischer la motiva: "L'inglese è diventato per tutti gli svizzeri la priorità". Decisa la presa di posizione del noto linguista Alessio Petralli. Che spiega: “Così si sacrifica la cultura sull’altare dell’economia. Con l’inglese al primo posto, saremmo tutti più poveri”.

Professor Petralli, Turgovia e Nidvaldo hanno manifestato l’intenzione di sopprimere l’insegnamento del francese alle elementari. Si torna a discutere, in maniera accesa, di plurilinguismo…
"Ed è normale che la discussione si infiammi. Perché qui si parla di identità. In Svizzera abbiamo una fortuna inestimabile e c’è qualcuno che vorrebbe rovinare tutto. Quando un bambino studia il francese o il tedesco a scuola, non impara solo una lingua, ma fa anche un’immersione culturale nel nostro Paese, nella realtà svizzera. Si rende conto che la Confederazione è fatta di Cantoni, di regioni linguistiche che hanno deciso di coesistere".     

Aebischer, e chi la pensa come lui, fa leva sul fatto che l’inglese è importante per l’economia. Lei cosa ne pensa?
"È un ragionamento senza senso. Ma dove sono questi bambini che a 10 anni devono trattare questioni economiche? L’inglese è importante, ma va bene più avanti".

In Ticino l’inglese arriva solo in terza media…
"E infatti il modello ticinese, con il francese dalla terza elementare, con il tedesco dalla seconda media e con l’inglese a partire dalla terza media, rappresenta un ottimo compromesso. Chi vuole cocciutamente dare la precedenza all’inglese dovrebbe dare un’occhiata a quanto si fa in Ticino, dove si ha la prova che ci può stare tutto senza calpestare e sminuire le lingue nazionali".    

L’inglese è davvero così necessario per trovare un lavoro?
"Lo è. Ma vanno considerate tante altre cose. Ad esempio che con francese e tedesco noi parleremmo comunque con tutta Europa, ad eccezione che con il 13% di persone che vive nei Paesi anglofoni. In un mercato del lavoro in cui tutti masticano l’inglese, il fatto di avere basi in lingue come italiano, tedesco e francese è un valore aggiunto non indifferente. C’è chi si illude che l’inglese rappresenti la scorciatoia come denominatore comune per tutti. In realtà l’inglese potrebbe fare naufragare la Svizzera così come la intendiamo oggi. Queste proposte potrebbero essere pericolose anche per l’italiano. Pensate che nei Grigioni, unico cantone trilingue, c’è chi spinge per spazzare via le lingue nazionali dalle elementari e dare spazio all’inglese. Se questo non è impoverimento culturale…".

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