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STATI UNITIMorto dopo 43 minuti di agonia, non fu un infarto

29.08.14 - 15:10
Clayton Lockett è rimasto vittima del cocktail somministratogli dal boia
Morto dopo 43 minuti di agonia, non fu un infarto
Clayton Lockett è rimasto vittima del cocktail somministratogli dal boia

NEW YORK - Clayton Lockett, il detenuto dell'Oklahoma morto in aprile sul lettino dell'iniezione letale dopo un'agonia di 43 minuti, non è rimasto vittima di un infarto, come si è detto allora, ma del cocktail di veleni che con estrema difficoltà il boia era finalmente riuscito a mettergli in vena.

 

Lo si è appreso dall'autopsia ufficiale condotta due giorni dopo l'esecuzione, da cui risulta anche che gli addetti alla camera della morte tentarono ripetutamente di trovare un punto di accesso per le flebo dell'iniezione killer sul corpo del condannato. Causa della morte, nel dossier del coroner, "esecuzione giudiziaria per iniezione letale".

 

Il rapporto, firmato dal Southwestern Institute of Forensic Sciences, il laboratorio di medicina legale della contea di Dallas in Texas, sottolinea anche l'ostinazione con cui il boia dell'Oklahoma aveva cercato di portare a termine il su compito: sul cadavere di Lockett sono state riscontrati i segni di 16 tentativi di iniezione, sulle braccia, l'inguine, il torace, il collo, i piedi.

 

Un quadro più completo di cosa è andato storto quel 29 aprile si saprà a breve, quando sarà pubblicato il risultato dell'inchiesta ordinata dal governatore Mary Fallin: dovrebbe arrivare nei prossimi giorni per consentire di formulare raccomandazioni in vista della prossima esecuzione in programma il 13 novembre.

 

Ats Ans

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