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CANTONEQuando chi è in assistenza fa il prezioso. "I richiedenti l'asilo sono più apprezzati"

01.09.14 - 06:13
Chi è in cerca di un nuovo lavoro capita rifiuti un impiego perché giudicato troppo pesante
Foto Ti-Press Gabriele Putzu
Quando chi è in assistenza fa il prezioso. "I richiedenti l'asilo sono più apprezzati"
Chi è in cerca di un nuovo lavoro capita rifiuti un impiego perché giudicato troppo pesante

BELLINZONA – Trovarsi in disoccupazione o in assistenza e rifiutare le offerte che arrivano dai programmi occupazionali. Capita, soprattutto quando si tratta di lavori considerati pesanti. Ne sa qualcosa l’associazione Tavolino Magico, ente che anche in Ticino recupera generi alimentari per poi distribuirli a persone bisognose. “Uno dei nostri problemi è la mancanza di risorse – spiega Seo Arigoni, responsabile della logistica – in quanto chi è inserito nei programmi occupazionali non accetta di buon grado di andare nei campi a raccogliere la verdura e la frutta. Per questo per il 2015 stiamo valutando nuove collaborazioni con altri enti”.

Della stessa opinione Luigi Albertelli, responsabile dell’ufficio personale e sociale di L'ORTO, associazione che gestisce un’azienda agricola anche attraverso programmi occupazionali di persone che incontrano difficoltà nell'inserimento nella vita sociale e professionale: “Da anni collaborano con noi persone in assistenza, detenuti in semi libertà e richiedenti l’asilo con la domanda in pendenza. Sicuramente questi ultimi sono quelli che manifestano più entusiasmo. Per i primi invece di solito dipende dall’età, con chi ha più di 40 anni non abbiamo grossi problemi, le persone capiscono il valore sociale di questa esperienza, i giovani invece sono spesso demotivati davanti alle nostre realtà e abbandonano. E pensare che noi non imponiamo nemmeno ritmi da fabbrica e riusciamo a ricollocare in media cinque persone all’anno… Ci sono ragazzi di 20 anni che non hanno mai lavorato, il rischio è l’assistenza a vita. Per i detenuti è molto soggettivo, dipende dalla loro storia e comunque più in generale dipende sempre dalla volontà dei singoli”.

Per il responsabile dell’ufficio sostegno sociale e inserimento Renato Scheurer la realtà è nota: “Capita che vengano rifiutate delle proposte di impiego quando si tratta di lavori fisici: a volte perché chi è in attesa arriva da un percorso di recupero di malattia e non se la sente, ma in altri casi semplicemente per scelta”. Poi ci sono quelli che senza comunicare nulla non si presentano al primo giorno di lavoro. “Succede abbastanza di frequente. Chi rifiuta un impiego o non si presenta senza un certificato medico, avrà delle penalizzazioni pecuniarie, che verranno trattenute nei mesi successivi sull’aspettativa. Tali sanzioni variano, ma possono arrivare anche a 250 franchi”.

“I nostri assistiti devono rendersi conto del loro percorso e della loro formazione, non possiamo mettere tutti dietro a una scrivania – conclude Renato Scheurer - chi ha una competenza artigianale è difficile che possa cambiare settore in modo netto se non si riqualifica, compito che esula dall’assistenza. Deve quindi accettare lavori di pubblica utilità ad esempio presso un patriziato, un comune o una casa anziani per lavori manuali, come il taglio dell’erba”.

Della stessa opinione anche Paata Pataraia, responsabile per SOS Ticino dei programmi occupazionali per richiedenti l'asilo: “Noi lavoriamo con gli enti pubblici. I richiedenti l’asilo sono felici indipendentemente dal tipo di lavoro che svolgono: prendono 3 franchi all’ora con collaborazioni che per legge durano massimo sei o otto mesi, per loro è davvero molto importante. Inoltre capiscono il valore dell’occupazione dal punto di vista dell’integrazione. Ci dicono spesso che i nostri utenti sono più motivati e che vengano preferiti a chi è seguito dal Cantone”.

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