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STATI UNITIL'epidemia Ebola? Scatenata da un funerale

28.08.14 - 19:57
L'OMS prevede 20mila casi. Lo studio della mappa genetica del virus è preziosa per scoprire i suoi punti deboli
Keystone/EPA/SVEN HOPPE
L'epidemia Ebola? Scatenata da un funerale
L'OMS prevede 20mila casi. Lo studio della mappa genetica del virus è preziosa per scoprire i suoi punti deboli

CAMBRIDGE - L'epidemia del virus Ebola in Africa occidentale accelera e l'Oms si prepara ad affrontare 20mila casi. Lo ha annunciato oggi a Ginevra, dopo aver reso noto il bilancio aggiornato dei casi confermati confermati e probabili in Guinea, Liberia, Nigeria e Sierra Leone, che salito a 3.069, con 1.552 decessi.

"Tentare di fermare Ebola in Africa occidentale è come tuffarsi al centro di uno Tsunami". Lo ha detto oggi la direttrice regionale del Programma alimentare mondiale (PAM) al ritorno dalla Liberia dove, secondo Medici Senza Frontiere, la "situazione è critica" e l'epidemia del virus "si sta diffondendo a ritmi mai visti".

"Il numero di pazienti sta aumentando molto più rapidamente di quanto pensavamo - afferma la coordinatrice dell'emergenza a Monrovia Lindis Hurum - e siamo costretti ad adattare la nostra strategia ogni giorno. Stiamo disperatamente cercando di avere nuovi letti, abbiamo i bulldozer e stiamo costruendo nuove tende. In tutti i quartieri della città le persone muoiono e si ammalano ogni giorno".

"È del tutto inaccettabile che, dopo cinque mesi da quando è stata dichiarata l'epidemia di Ebola, si inizi solo oggi a discutere seriamente di leadership e coordinamento internazionale - dichiara Brice de le Vingne, direttore delle operazioni di Msf - gli Stati che hanno competenze e risorse per fare la differenza nei paesi colpiti si preoccupano solo di proteggere se stessi. Possono fare di più, perché non lo fanno?".

Intanto in Nigeria, dove due giorni fa il ministero della salute aveva fatto sapere che nelle strutture sanitarie non c'erano più contagiati ricoverati dopo la guarigione degli ultimi due pazienti, si registra il primo decesso fuori dalla capitale, Lagos. È la sesta vittima su un totale di 15 casi confermato, un medico che aveva curato il primo malato, un liberiano, considerato il "paziente zero" di tutti i casi in Nigeria.

Sarebbe invece un bimbo di un anno risultato in un primo tempo negativo al virus, contratto dal latte della madre, la causa del contagio in Sierra Leone dell'infermiere britannico che dopo la somministrazione del siero sperimentale Zmapp lotta per la vita in un'unità isolata del Royal Free Hospital di Londra. Il bimbo che aveva perso la mamma a causa di Ebola, è a sua volta morto, ma secondo i media britannici avrebbe contagiato anche un'altra infermiera.

Proprio nel Regno Unito dovrebbero cominciare i test di fase 1 del vaccino 'candidatò che GlaxoSmithKline (GSK) e i National Institutes of Health (NIH) statunitensi stanno sviluppando, grazie ai fondi raccolti da un consorzio internazionale in risposta al diffondersi dell'epidemia. I test verranno effettuati su volontari sani a Oxford, in Gambia e nel Mali e la prima fase potrebbe concludersi entro la fine dell'anno.

"Questi test non porteranno benefici immediati a tutti coloro che sono attualmente a rischio - ha spiegato Umberto D'Alessandro, direttore dell'unità del Medical Research Council in Gambia, che parteciperà alla sperimentazione - ma la speranza è che in un futuro non tanto lontano potremo essere in grado di proteggere la popolazione contro Ebola".

Ebola scatenata da un funerale, lo dice la mappa dei geni del virus

È stato il funerale di una vittima della febbre emorragica Ebola a diffondere due diversi ceppi del virus dalla Guinea alla Sierra Leone. Lo ha ricostruito la mappa genetica del virus, pubblicata sulla rivista Science, ma già diffusa nella banca dati del Centro Nazionale per le informazioni Biotecnologiche (Ncbi) degli Stati Uniti, in modo da renderla immediatamente disponibili all'intera comunità scientifica.

Sono infatti dati preziosi per scoprire i punti deboli del virus responsabile della più vasta epidemia di febbre emorragica Ebola avvenuta in Africa dal 1976 ad oggi. Ebola è un virus mortale nel 78% dei casi e conoscerne le caratteristiche genetiche è importante per individuare futuri farmaci, vaccini e test per la diagnosi precoce.

Coordinata dall'università americana di Harvard e dal Massachusetts Institute of Technology (Mit), la ricerca è stata condotta in collaborazione con il ministero della Salute della Sierra Leone. Vi hanno partecipato anche molti ricercatori africani, cinque dei quali sono morti di Ebola prima della pubblicazione dello studio.

"Le implicazioni di questa ricerca su future terapie non saranno immediati, ma le informazioni genetiche hanno un valore cruciale nella comprensione della malattia", osservano i ricercatori su Science.

Il materiale genetico studiato consiste in 99 sequenze del virus prelevate da 78 pazienti ricoverati in un ospedale della Sierra Leone. I ricercatori hanno inoltre confrontato i dati genetici del virus in circolazione con quelli di 20 ceppi responsabili di alcune epidemie di Ebola avvenute negli ultimi dieci anni. Hanno scoperto così che mentre in passato a scatenare l'epidemia erano i contatti con gli animali che sono il 'serbatoiò naturale del virus (come i pipistrelli della frutta), questa volta sono stati soprattutto i contatti da uomo a uomo. Si spiega così, ad esempio, il passaggio dei due ceppi del virus dalla Guinea alla Sierra Leone.

Rispetto ai loro 'predecessorì, i nuovi ceppi di Ebola si diffondono più velocemente: al momento, scrivono i ricercatori, si registra "un progresso esponenziale, con un periodo di raddoppio di 34,8 giorni". È anche emerso infine che, a differenza di quanto è avvenuto in passato, il virus che sta circolando muta molto facilmente, tanto che ne sono state identificate almeno 300 varianti comparse nei primi 24 giorni della diffusione dell'epidemia in Sierra Leone.

ats ans

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