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LUGANODammi un’ora del tuo tempo: e io la trasformo in denaro

29.08.14 - 06:04
Ideato dalla startup ticinese Timerepublik, il "crowdfunding del tempo" è un’opportunità per i Comuni in difficoltà economica, che possono domandare aiuto ai propri cittadini in cambio di altri benefici
Dammi un’ora del tuo tempo: e io la trasformo in denaro
Ideato dalla startup ticinese Timerepublik, il "crowdfunding del tempo" è un’opportunità per i Comuni in difficoltà economica, che possono domandare aiuto ai propri cittadini in cambio di altri benefici

LUGANO - Elena offre lezioni di storia dell’arte e disegno tecnico. Si offre anche per rinnovare la casa degli altri, studiare un progetto d’arredo. Julia insegna trucchi per "facilitare la vita sul vostro pc", Alessandro si propone come mediatore per una disputa e Silvia dà una mano con l’inglese; in cambio, cerca "una persona che mi può aiutare nella creazione del logo per il mio blog". Alan, invece, ha bisogno di un "meccanico scooter per dare un’occhiata al mio Malaguti", Marco di qualcuno "in grado di sviluppare una piattaforma online". Sconosciuti l’uno all’altro benché vivano tutti a Lugano, si sono incontrati sul sito Timerepublik: 20mila utenti ormai in 96 Paesi del mondo, che mettono a disposizione tempo e competenze e ricevono quelle degli altri. In Svizzera si contano un migliaio di iscritti, la metà in Ticino; Lugano da sola, dove la piattaforma è nata neanche un paio d’anni fa, ne concentra tre quarti.

Gente di talento e sempre più giovaneIl tempo come moneta di scambio: da spendere online. L’ intuizione è di Karim Varini e Gabriele Donati, cresciuti a Lugano l’uno e Muzzano l’altro, 42 e 40 anni. Manager di fondi hedge il primo e musicista jazz l’altro, oggi di stanza a New York, hanno voluto trasformare l’idea delle banche del tempo, isolate e circoscritte, in un progetto globale online, che oggi riceve "una trentina di nuove registrazioni al giorno: non sono cifre da capogiro, ma sono abbastanza".  Stravolgendo il target dell’iniziativa, che senza il web è fatta di over 50: "Grazie alla rete, a offrire il proprio tempo sono in maggioranza persone dai 25 ai 40 anni. All’iscrizione, se completano tutti i passaggi, ricevono un bonus di cinque ore di tempo altrui di cui beneficiare, secondo le esigenze. Altre le guadagnano offrendo il proprio. Ciascuno mette online la propria abilità. C’è chi dà e non domanda nulla. La vera crisi è questa: la vergogna di chiedere".

Ti porto a spasso il cane - Pc, lingue e fotografia sono in testa alla classifica, me nella top ten c’è anche cuoco, baby sitter e pet walker. Domande e offerte destinate a restare sullo schermo di un computer? Karim giura di no; i numeri rinfrancano la sua parola. "È vero, qualcuno si iscrive e si perde prima ancora di partecipare. Ma il 70% resta membro attivo. Oggi ogni richiesta riceve in media quattro risposte". Entrato a regime nel maggio 2013 e in procinto di conoscere la terza versione a settembre, aggiornata e migliorata, Timerepublik mira ora a coinvolgere le aziende con un progetto di "welfare aziendale: va a vantaggio di tutti, il benessere dei dipendenti trova riscontro poi sul lavoro", e ad avviare il crowdfunding del tempo.  "Hai bisogno di 150 ore per sistemare il verde? Più persone si mettono a disposizione. Un’opportunità per le amministrazioni pubbliche, in questi tempi di magra: potrebbero avviare una collaborazione con i cittadini".

La colletta online del tempo - Non poteva che finire così. In un’epoca in cui la colletta online è diventata quasi di moda, l’idea di coinvolgere anche la valuta meno palpabile che c’è, il talento nelle ore libere, è venuto naturale: complice le difficoltà economiche di tutti, che hanno spinto a ingegnarsi. Ecco così che un lavoro finora appaltato a caro prezzo può diventare un’occasione per chi voglia o abbia necessità di mettersi a disposizione: privati che danno una mano agli enti pubblici e a se stessi, in cambio magari di qualche beneficio. "Per esempio, i Comuni potrebbero offrire locali per il co-working. È una possibilità". Con Messina, in Italia, sono in corso trattative; ma Lugano resta un terreno da esplorare. Qualche contatto c’è già; il resto potrebbe venire. "La crisi ha giocato un ruolo importante nel successo di Timerepublik – spiega Karim – ma è stata solo un propellente. Il cambiamento nelle abitudini di consumo è venuto prima. La gente compra meno non solo perché ha meno soldi, ma perché ha troppa roba negli armadi. Così si è sviluppata la sharing economy. Noi non vogliamo sostituirci al denaro: vogliamo essere complementari. Dare alle persone un altro modo di pagare ciò di cui hanno bisogno, senza provare imbarazzo". Le pareti di casa da imbiancare, la siepe da potare, un sito da tradurre. "Anche noi abbiamo fatto così. Abbiamo chiesto aiuto agli altri: e oggi Timerepublik è disponibile in sette lingue. La prossima sarà il tedesco".

Costruirsi il curriculum Timerepublik - Il minimo che ne può venire di ritorno è una buona recensione: anche questo è un terreno da esplorare. Fra tanti curricula bugiardi giocoforza, dove a volte per disperazione si prova a gonfiare competenze risicate, il giudizio gratuito di chi ti ha visto al lavoro può essere molto più efficace. "Vieni valutato e quello che emerge è il tuo vero profilo. In un mondo di pezzi di carta, quello che conta qui è la persona. Timerepublik può diventare un curriculum. Dà un’opportunità alle forze lavoro che il mercato ha scartato per vari motivi, le mette alla prova e permette loro di dimostrare che valgono. Spesso la gente si demoralizza, si sente perdente, si isola. Timerepublik ha anche una funzione sociale. Il “Bravo” che viene da un estraneo può avere la forza di interrompe un circolo vizioso".

Un'occasione per aziende e dipendenti - Aspirazioni nobili, così lontane da quel poco che c’era agli albori: un prototipo da sviluppare, sulla base di un’idea nata dodici anni prima grazie alla televisione. "Era l’inizio dell’anno Duemila, vidi una trasmissione dedicata a un palazzo di Bellinzona dove i residenti si scambiavano favori". La versione privata di Timerepublik venne lanciata solo a dicembre del 2012, fu aperta al pubblico nel maggio del 2013, un anno dopo e poco oltre si appresta a un nuovo salto. Fra i progetti in vista, un accordo con la banca del tempo americana, che darebbe vita a un colosso del social time banking, e servizi di corporate responsibility per le aziende. "Il futuro è questo: far star bene i propri lavoratori. Se non lo fai, sei fuori". A pagamento, per la prima volta: "Timerepublik non è una società non profit. Ma non vuole pesare sui privati, per i quali resterà gratuita. Per ora la piattaforma è finanziata da una novantina di piccoli e medi imprenditori, italiani e svizzeri". 

La storia si ripete - Tutto scorre, tutto cambia: o forse no, forse è vero l’esatto contrario. Quando Karim presentò in famiglia per la prima volta il proprio sogno, si sentì rispondere: «Embè? Non crederai di aver fatto qualcosa di nuovo. Il nonno è così che ha costruito casa: con l’aiuto degli altri». 

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