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SVIZZERAL'appello: "Ospitate i richiedenti asilo gay, rischiano molestie"

28.08.14 - 14:18
È la proposta di un'associazione di Ginevra che vuole impedire casi di discriminazione e aggressione che si sono verificati nei centri
Foto Keystone / Dai Kurokawa
L'appello: "Ospitate i richiedenti asilo gay, rischiano molestie"
È la proposta di un'associazione di Ginevra che vuole impedire casi di discriminazione e aggressione che si sono verificati nei centri

BERNA - Molti omosessuali cercano asilo in Svizzera, anche al fine di poter vivere la propria sessualità in libertà, senza essere perseguitati. Ma che cosa si trovano ad affrontare nei centri d'asilo? L’organizzazione Dialogai di Ginevra ha riportato denunce di commenti sprezzanti, di discriminazioni, di molestie e persino attacchi fisici. L‘attesa per le decisioni sulle domande di asilo potrebbero essere per i gay un "inferno".

Per fornire ai richiedenti asilo un posto sicuro dove stare, l’associazione ha chiamato a raccolta la comunità gay invitando ad accogliere i rifugiati nelle loro case private. "Se avete una stanza a disposizione e siete disposti ad accettare un omosessuale richiedente asilo, scriveteci", ha scritto l'organizzazione nella loro newsletter, come riporta "Le Matin".

Denise Graf dell'organizzazione per i diritti umani Amnesty International Svizzera dice: "Abbiamo avuto in passato casi di persone che hanno denunciato fenomeni di bullismo. Questo è doloroso perché queste persone vengono da paesi dove non possono esprimere il loro orientamento sessuale", per questo appoggia a pieno l’invito dell’organizzazione. Amnesty International non accusa comuqnue il personale dei centri di asilo. "Al fine di risolvere tali problemi, è necessario conoscerli. Ma i richiedenti asilo omosessuali parlano raramente del loro orientamento".

Bernard Manguin, portavoce di Hospice générale, che si occupa anche, tra l'altro, di richiedenti asilo, mette in guardia contro conclusioni affrettate: "Non c'è un accordo che prevede la sistemazione dei rifugiati gay da privati". Ai suoi occhi, la proposta non è giustificata: "La discriminazione non è in aumento. Negli ultimi due anni ho saputo di solo due casi nei centri di asilo". Hospice générale è comunque disposto a parlare con l’associazione Dialogai. 

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