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PALESTINAGaza ricomincia a vivere, tra le macerie

27.08.14 - 19:42
Gaza City oggi ha ripreso possesso della propria città ed è corsa in massa a riassaporare i piccoli piaceri della vita quotidiana
Keystone/AP Photo/Oded Balilty
Gaza ricomincia a vivere, tra le macerie
Gaza City oggi ha ripreso possesso della propria città ed è corsa in massa a riassaporare i piccoli piaceri della vita quotidiana

GAZA - Dopo 50 giorni di morti, di distruzione e di affanni la popolazione di Gaza City oggi ha ripreso possesso della propria città ed è corsa in massa a riassaporare i piccoli piaceri della vita quotidiana. Chi in questo periodo era rimasto chiuso in casa ha voluto sedersi a un caffè, deliziarsi con una passeggiata sul mare o magari concedersi un gelato: almeno oggi, il gusto sembrava speciale.

Ieri, con l'annuncio della tregua, la popolazione è scesa in strada per celebrare. Ma anche queste feste hanno assunto una piega amara quando si è appreso che gli spari di giubilo in aria hanno ucciso una ragazza di 20 anni e hanno ferito altre 40 persone.

In mattinata sembrava che Hamas volesse organizzare una parata militare trionfale. Ma in seguito ha ripiegato su una manifestazione più composta a cui ha preso parte il leader politico di Hamas Ismail Haniyeh, uscito allo scoperto oggi per la prima volta dopo due mesi trascorsi in una località segreta per proteggersi da attentati israeliani.

"Le parole non bastano - ha detto Haniyeh - per descrivere questa vittoria, che va oltre i confini del tempo e dello spazio. Questa campagna è stata una guerra senza precedenti nella storia del conflitto". Haniyeh ha anche esaltato le figura dei comandanti militari di Hamas uccisi nei giorni scorsi da Israele. "Il sangue dei martiri ha permesso la vittoria. La resistenza ha colto di sorpresa Israele e ha sbigottito il mondo".

Peraltro il prezzo pagato nel corso dei combattimenti si è palesato oggi alla popolazione nelle sue dimensioni catastrofiche. Fin dalle prime ore si è creato un flusso quasi turistico verso i rioni più colpiti dai bombardamenti: Beit Hanun, Sajaya, Khuzaa. Chi aveva visto lo sfacelo alla televisione è rimasto a bocca aperta: grattacieli spazzati via, interi quartieri devastati. Molti erano impegnati a fotografare, increduli di tanta devastazione.

E poi si è visto anche il lutto. Solo oggi sono state erette le tradizionali tende di lutto in cui le famiglie dei caduti ricevono gli ospiti per le condoglianze. In molti angoli di strada si vedevano tristi capannelli di persone passare di tenda in tenda per scambiare parole di conforto. Similmente, chi era rimasto sbarrato in casa ha colto l'occasione della prima giornata d'aria per visitare quanti sono ancora ricoverati negli ospedali.

Nelle scuole si vive un'atmosfera di emergenza. Erano state aperte per ospitare oltre 300mila sfollati, ma adesso occorre organizzarsi per riaprire a giorni l'anno scolastico. Chi dispone ancora di una casa, sia pure pericolante, è sollecitato a farvi ritorno. Per i senzatetto si dovranno organizzare tendopoli oppure cercare locali in affitto.

Praticamente tutte le case di Gaza sembrano essere state lesionate e adesso la parola d'ordine tra la popolazione è la ricerca di materiali di ricostruzione. Con la riapertura dei valichi con Israele, si afferma, occorrerà dare la precedenza assoluta a questi materiali: sia per aggiustare il riparabile, sia per dare lavoro ai disoccupati il cui numero è ulteriormente cresciuto in questi due mesi.

(ats ans) 

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