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ITALIALe armi della 'Ndrangheta dalla Svizzera, venti arresti

26.08.14 - 13:56
La Dda di Catanzaro ha arrestato venti persone: "Forza spaventosa della cosca"
Foto d'archivio (Keystone)
Le armi della 'Ndrangheta dalla Svizzera, venti arresti
La Dda di Catanzaro ha arrestato venti persone: "Forza spaventosa della cosca"

ROMA - Avrebbe controllato il territorio della zona di San Sostene, Montepaone, Gasperina e Sant'Andrea, la cosca della 'ndrangheta dei Procopio-Mongiardo al centro di una inchiesta chiamata Hybris della Dda di Catanzaro che stamane ha portato all'arresto di venti persone.

Le indagini della squadra mobile del capoluogo calabrese hanno consentito di ricostruire una serie di estorsioni a commercianti ed imprenditori oltre ad un traffico di armi dalla Svizzera. Nell'inchiesta sono confluite numerose intercettazioni telefoniche ed ambientali e le dichiarazioni di un collaboratore di giustizia che ha arricchito gli elementi già in possesso degli investigatori.

I poliziotti hanno anche scoperto i responsabili del tentato omicidio di Antonio Gullà, 57 anni, avvenuto a Soverato nell'ottobre del 2010. L'uomo fu ferito perché ritenuto vicino alla cosca avversaria dei Procopio-Sia-Vallelunga. Da una serie di intercettazioni è emerso, inoltre, l'interessamento della cosca Procopio-Mongiardo per le elezioni amministrative del 2011 a San Sostene. Questa parte dell'inchiesta, però, non rientra nell'ordinanza di custodia cautelare che ha portato all'arresto delle venti persone.

Il Procuratore di Catanzaro, Vincenzo Antonio Lombardo, ha evidenziato che "siamo riusciti a ricostruire gli assetti associativi della cosca. Una organizzazione che si riforniva continuamente di armi dalla Svizzera e che poi sparava all'impazzata per strada solamente per affermare il controllo ed il predominio sul territorio". Il Procuratore aggiunto, Giovanni Bombardieri, ha poi aggiunto che "la cosca aveva assunto il controllo totale del territorio creando degli spostamenti anche nella piccola criminalità".

Il questore di Catanzaro, Vincenzo Carella, ed il capo della squadra mobile, Rodolfo Ruperti, hanno affermato che "abbiamo portato a termine una indagine molto complessa. Abbiamo dimostrato una forza spaventosa della cosca".

ats

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