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FRANCIAValls impone la linea Hollande

25.08.14 - 21:23
I frondisti di sinistra silurati per obbedire alla linea dell'Unione Europea
Foto Keystone
Valls impone la linea Hollande
I frondisti di sinistra silurati per obbedire alla linea dell'Unione Europea

PARIGI - L'allontanamento dal governo francese di Arnaud Montebourg, ministro uscente dell'economia, del rilancio della produzione e del digitale, è una chiara dichiarazione d'intenti da parte del Premier Manuel Valls, non disposto ad accettare scissionisti e franchi tiratori nel suo esecutivo. Come ha detto lo stesso Valls, con la sua intervista molto critica nei confronti di Hollande a Le Monde, Montebourg "ha superato la linea gialla".

L'uscita dal governo del bollente ministro protettore ad oltranza del 'made in Francè è anche un ultimo, forse disperato tentativo di sanare la spaccatura sempre più ampia che divide la gauche sui temi economici, e di imporre, zittendo la principale voce discordante, la 'linea Hollande', fatta di dialogo e concessioni reciproche con le aziende ma soprattutto con i partner europei. In particolare così facendo si avvicina un moderato come Pierre Moscovici alla Commissione europea, dove Parigi punta a fargli ottenere il dicastero dell'economia, per garantire una flessibilità maggiore rispetto alla linea del rigido finlandese Olli Rehn.

Con Montebourg viene spinto fuori dalle stanze del potere parigine l'approccio interventista e un po' autarchico all'economia, quello che lui stesso definì "vigilanza patriottica" sulle vicende industriali, per i grandi gruppi dei settori strategici come per le piccole fabbriche messe in ginocchio dalla crisi, a favore di un metodo più conciliante e dai toni più pacati.

Montebourg è stato costretto a lasciare la sua barricata, sancendo così la sconfitta, almeno momentanea, della politica dello Stato attivista e azionista anche nel privato. Il ministro, molto popolare a sinistra, non ha esitato a farsi fotografare in maglietta alla marinara bianca e blu - la famosa marinière a strisce resa popolare da Pablo Picasso - per promuovere il 'made in France'. Non di rado ha sgridato i top manager delle multinazionali quando prendevano iniziative a lui sgradite. E non ha avuto paura di dire ad alcuni investitori stranieri che la Francia non aveva poi così tanto bisogno di loro.

Sul fronte europeo, la scomparsa del ministro dell'Economia si traduce in una netta riaffermazione della linea della conciliazione, con Bruxelles e il nuovo presidente della Commissione Jean-Claude Juncker ma anche con Berlino e le sue richieste di rigore di bilancio e contenimento della spesa pubblica. Nessun ministro dirà più, come Montebourg, che la Francia è pronta a "battersi contro la morsa di bilancio" della regola del rapporto deficit-Pil al 3%, né inviterà ad "alzare la voce" contro la Germania e la sua severità sul riassetto dei conti pubblici.

L'attuale linea di Parigi rimanda alla "politica del rigore" del primo presidente socialista, Francois Mitterrand, nel 1982, con il futuro presidente della Commissione europea, Jacques Delors, che tracciò la strada in salita dei sacrifici come ministro delle Finanze. Ma risanando in maniera decisa la Francia dell'Union de la Gauche con i comunisti di Georges Marchais, che faceva acqua da tutte le parti.

La politica di Hollande, illustrata nei recenti incontri con i partner socialdemocratici e ribadita la scorsa settimana in un'intervista a Le Monde, è centrata sul "dibattito europeo", in opposizione al "faccia a faccia" con la Germania, e sullo "sfruttamento delle flessibilità" delle regole, senza bisogno di cambiarle.

ats

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