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CANTONESe dalle vacanze si torna con il trovatello

22.08.14 - 09:00
Il fenomeno si sente anche alle frontiere ticinesi. Ma per l’importazione bisogna rispettare una procedura a tutela della popolazione animale elvetica
Foto Colourbox
Se dalle vacanze si torna con il trovatello
Il fenomeno si sente anche alle frontiere ticinesi. Ma per l’importazione bisogna rispettare una procedura a tutela della popolazione animale elvetica

CHIASSO - Fanno tenerezza quei cuccioli abbandonati che talvolta si incontrano durante le vacanze all’estero. E non manca chi decide di portarseli a casa, anche illegalmente. Un fenomeno che durante i mesi estivi si fa sentire pure alle frontiere ticinesi, dove soltanto negli ultimi dieci giorni sono stati appurati due casi in cui si stava tentando l’importazione illegale di cani. “Ma per portare in Svizzera cani, gatti o anche furetti presi all’estero, bisogna seguire un preciso iter a tutela della popolazione animale elvetica” afferma Davide Bassi, responsabile delle pubbliche relazioni del Corpo guardie di confine della Regione IV. “Il rischio – continua – è di portare nel nostro paese diverse malattie, quali la filaria, la leishmaniosi o la rabbia”. Come bisogna dunque procedere per rispettare le norme igienico-sanitarie? “Nel paese estero devono essere effettuate le vaccinazioni necessarie, e l’animale deve avere un passaporto e il microchip. Soltanto tre settimane dopo la visita dal veterinario è possibile l’importazione in Svizzera” spiega Bassi. Se tali misure non vengono rispettate, alla frontiera può essere stabilito che il cane o il gatto debba essere messo in quarantena. Inoltre, non è da escludere che una volta giunti al valico si debba anche pagare un dazio. “Sulla base del valore del cane o del gatto, si paga l’Iva pari all’8%». Bassi sottolinea comunque che “il rispetto degli animali sta anche nel rispetto delle procedure per l’importazione”.

Anche Emanuele Besomi della Società protezione animali di Bellinzona (Spab) rende attenti sul pericolo di introdurre malattie in Svizzera. E aggiunge: “Bisogna inoltre considerare che questi animali sono spesso cresciuti senza un minimo d’educazione, sono abituati a dover cercare del cibo e difendere il proprio territorio. Può essere difficile integrarli nella nostra vita urbana”. Non si può quindi escludere che con il passare del tempo nei trovatelli adottati durante le vacanze si presentino dei disturbi comportamentali, anche aggressivi. “Volendo fare del bene, ci si ritrova ad affrontare degli altri problemi” spiega Besomi.

 

“Di principio è comunque positivo che, pur trovandosi in un paese straniero, si voglia aiutare un animale in difficoltà” sottolinea il nostro interlocutore. “Ma durante una vacanza – continua – non si ha abbastanza tempo per conoscere a sufficienza l’animale”. La stessa Spab è comunque impegnata nel sostegno di rifugi all’estero. “Collaboriamo con una struttura in Romania. Quando da noi c’è la disponibilità, favoriamo l’importazione legale di cuccioli per dare loro una casa” conclude.

 

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