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BERNAFunzionario ignorò per anni le disposizioni sugli acquisti pubblici

21.08.14 - 15:12
Funzionario ignorò per anni le disposizioni sugli acquisti pubblici

BERNA - Dal 2006 al 2013, l'ormai ex caposervizio informatico del fondo di compensazione dell'Assicurazione contro la disoccupazione AD della SECO ha aggirato le regole sugli acquisti pubblici favorendo alcune ditte esterne a scapito di altre, ottenendo per sé diversi vantaggi (regali, ecc.). Tale situazione, ha dichiarato oggi il professore di diritto Urs Saxer che ha eseguito un'inchiesta amministrativa in merito, è stata favorita da controlli insufficienti da parte del diretto superiore, afflitto da problemi di salute, ma anche da sovrapposizioni nelle procedure di verifica.

 

Per evitare che una simile situazione si ripeta, il Consigliere federale Johann Schneider-Ammann ha affermato in conferenza stampa a Berna di aver già adottato disposizioni interne. Il ministro dell'economia ha giudicato intollerabile quanto accaduto, sostenendo di aver "capito la lezione" e di sentirsi moralmente responsabile per quanto successo.

 

Circa il danno causato dalla collettività - la SECO intende tra l'altro costituirsi parte civile - nella procedura penale avviata dal Ministero pubblico della Confederazione (MPC) in gennaio, il capo della Direzione del lavoro alla SECO, Boris Zürcher, ha sostenuto che è difficile fare delle stime circa i potenziali risparmi che si sarebbero potuti realizzare se le prescrizioni fossero state osservate.

 

Direttive eluse per anni - Sulla base delle nostre ricerche, ha sostenuto Saxer, abbiamo potuto constatare "importanti malfunzionamenti" per quanto riguarda gli acquisti pubblici nel settore informatico nel periodo da noi esaminato, ossia tra il 2006 e il 2013.

 

Tra il 2006 e il 2012, per esempio, non è stata pubblicata alcuna offerta pubblica d'acquisto, benché ciò fosse obbligatorio in taluni casi visto l'ammontare delle commesse. Sono state anche ignorate le disposizioni interne riguardanti l'accettazione di vantaggi materiali, giudicati "importanti" nel rapporto.

 

Già negli anni '90 giravano dicerie sulla persona in questione, ha sostenuto Saxer. Tuttavia si trattava di sospetti troppo generici per avviare ricerche.

 

Efficienza al primo posto - In base alle considerazioni dell'esperto, se le direttive intere e le norme legali in materia fossero state rispettate, non ci sarebbero stati abusi.

 

Se il caposervizio in questione è riuscito a farla franca per così tanto tempo, ciò è imputabile anche, secondo Saxer, alla carenze palesate dal suo diretto superiore - che ha dato le dimissioni per la pensione anticipata, n.d.r - "sovraccaricato di lavoro e con problemi di salute importanti".

 

A parere del professore di diritto all'università di Zurigo, per molti anni, inoltre, si è data poco importanza al rispetto di queste direttive, purché il sistema informatico - responsabile del versamento delle indennità di disoccupazione - funzionasse senza intoppi.

 

Anche il fatto che l'organo di compensazione dell'AD si situi a metà strada tra la SECO e la commissione di sorveglianza nominata dal Consiglio federale rende più complicate le verifiche, ha sostenuto Saxer.

 

Miglioramento dei controlli e delle procedure - Affinché quanto successo rimanga un caso isolato, il rapporto suggerisce alcuni cambiamenti interni da adottare a breve e a medio termine.

 

Il consigliere federale Johann Schneider-Ammann ha sostenuto che diversi correttivi sono stati applicati immediatamente, non appena i fatti di corruzione sono diventati di pubblico dominio nel gennaio scorso in seguito alla pubblicazione di vari articoli di giornale. Inoltre, la SECO dovrà prendere i provvedimenti di sua competenza volti a ristabilire il corretto funzionamento del fondo entro la fine del 2014.

 

A più lungo termine, ha aggiunto il consigliere federale, si esaminerà se sia il caso di integrare il fondo di compensazione all'interno della SECO oppure di dotarlo di maggiore indipendenza sotto forma di organismo di diritto pubblico, come la SUVA (assicurazione contro gli infortuni).

 

Ad ogni modo, ha tenuto a sottolineare Schneider-Amman, i gravi fatti venuti alla luce non hanno influito sul corretto funzionamento del fondo di compensazione, che ha continuato a versare i contributi. Non va dimenticato che la stragrande maggioranza dei dipendenti della SECO lavora bene ed è efficiente, ha aggiunto.

 

Conseguenze personali - Dal canto suo, Boris Zürcher ha negato di aver tentennato una volta venuto a conoscenza dei fatti di sospetta corruzione. Il caposervizio del settore informatico, principale sospettato, è stato licenziato dopo che abbiamo constatato di persona gravi violazioni negli ultimi acquisti. Inoltre, "il suo sostituto è stato spostato e il diretto superiore ha deciso di andarsene. La sua mansione è occupata da un'altra persona".

 

In futuro non sono escluse altre misure disciplinari sulla base dell'andamento dell'inchiesta penale, ha dichiarato Zürcher. Sul danno causato alla collettività, non ha fornito indicazioni precise, tranne che il sospettato principale gestiva un volume di 13 milioni di franchi su 40 milioni globali in media ogni anno. Gran parte di questa somma serve alla manutenzione e gestione del sistema informatico, ha spiegato.

 

Principali sospettati a piede libero - La vicenda di corruzione è stata rivelata nel gennaio scorso dal "Bund"/"Tages Anzeiger". Il Ministero Pubblico della Confederazione (MPC) ha aperto un'indagine che, oltre al caposervizio della SECO - sospettato di aver assegnato mandati a prezzi gonfiati a un'azienda esterna in cambio di regali per diverse decine di migliaia di franchi e forse anche denaro contante - coinvolge alcune aziende informatiche. L'inchiesta ha anche una diramazione nel Canton Zurigo, dove indagano le autorità locali.

 

Nel frattempo, stando all'MPC, tutti i sospettati hanno lasciato il carcere preventivo.

 

Ats

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