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TENNISFederer come Agassi: "A volte da giovane odiavo gli allenamenti"

21.08.14 - 14:21
L'elvetico ha concesso una lunga intervista dove ha parlato del suo rapporto con il tennis
Keystone/Lyons
Federer come Agassi: "A volte da giovane odiavo gli allenamenti"
L'elvetico ha concesso una lunga intervista dove ha parlato del suo rapporto con il tennis
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BASILEA - Se Andrè Agassi ha confessato che spesso era arrivato a odiare il tennis, anche Roger Federer non ha avuto un rapporto sempre idilliaco con il suo sport, come ha confessato in una lunga intervista a si.com/tennis.

“Sì, specie all’inizio della mia carriera. Non volevo andare ad allenarmi neanche per 45 minuti alcuni giorni. Mi chiedevo: Perché sto facendo questo quando potrei farlo domani? In un certo senso sono contento di non aver avuto molta pressione tra i 16 e i 21 anni. Quando avevo allenamento alle nove del mattino giocavo sempre male. Mi ricordo che una volta facemmo un match di allenamento e un’ora più tardi ero sotto 6-1 4-1. Ho avuto tanti momenti di questo tipo, fino a un certo punto, dove dissi a me stesso: “Non ho più intenzione di sprecare così tanti allenamenti, voglio essere come un professionista.” Da lì ho iniziato ad apprezzare questo sport. Oggi amo allenarmi, soprattutto quando non c’è gente che mi guarda. Quando non c’è nessuno sono realmente me stesso. Quando c’è una folla, mi sento troppo osservato. Ciò non significa che non mi piace avere gente intorno, anzi, sono contento che le persone possano essere felici guardando il mio tennis”.

Lo svizzero parla a tutto campo, sull'inizio carriera, i suoi figli, come sia cambiato il tennis : “Prima di tutto, non riesco a credere a quanti anni ho. Il tempo passa troppo in fretta stando nel Tour. Mi sento molto meglio dell’anno scorso, poi con la famiglia è tutto ancor più bello. Ci piace viaggiare, anche se amo la Svizzera, dove vivo bei momenti con amici e parenti. Vediamo sempre i lati positivi. Organizzarsi è la cosa più difficile”.

Specie dopo l’arrivo dei figli: “Penso in ogni momento ai miei quattro figli, ovviamente non so sempre cosa stanno facendo. Gli impegni sono numerosi: farli mangiare, metterli a letto, leggere le storie della buonanotte, anche se devo dire che non influiscono sulla mia programmazione giornaliera tennistica. Sento molto la mancanza della mia famiglia quando non sono con loro, ma va bene così. Sono felice che la mia vita tennistica con loro non sia cambiata, quando invece cinque anni fa pensavo il contrario. Credevo di non potermi allenare per quanto ne avessi bisogno, oppure che i miei impegni potessero essere tagliati per il 30%. Non è successo, anzi: gioco a tempo pieno e sono in grado di gestire il tutto. È stata una sorpresa per me”.

In dieci anni il tennis è cambiato molto: “Il gioco si è evoluto. Tutto si è evoluto, dalla tecnologia delle racchette alle corde. Sempre più ragazzi giocano da fondo campo, cosa a cui, in parte, mi sono dovuto adattare anch’io. Prima una parte dei giocatori giocava serve & volley e una parte da fondo. Ora quasi tutti non vanno più a rete. Tutti hanno un buon servizio, dritto o rovescio, ma nella maggior parte dei casi non un buon gioco a rete. In questo modo si rimane bloccati sullo scambio, che non è così divertente. E allora in questi casi preferisco essere aggressivo. Come gestire l’esperienza? Averla è una cosa buona, ma a volte è rappresentato come un ostacolo, perché non giochi liberamente e diventa tutto troppo calcolato. Mi piace giocare sciolto, proprio come un giovane spensierato”.

Dopo una dichiarazione d’amore al suo paese (“La Svizzera è un paese molto interessante, visto che parliamo quattro lingue. Ho vissuto in città diverse e ognuna si contraddistingue dalle altre per avere una propria cultura. La Svizzera è un paese incredibile per crescere, mi ha dato la libertà di cui avevo bisogno e per questo mi sento molto fortunato”) Federer ha chiuso pensando al giorno in cui smetterà: “Mi piacerebbe rimanere in questo mondo ma avrò più tempo per dedicarmi alla mia fondazione, per viaggiare e raccogliere fondi ma non penso così lontano perché più sono lontano dal tennis più anni della mia vita saranno passati”.

itm/red

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