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IRAQGiornalista decapitato, il boia potrebbe essere britannico

20.08.14 - 19:56
Lo ha detto il primo ministro britannico David Cameron
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Giornalista decapitato, il boia potrebbe essere britannico
Lo ha detto il primo ministro britannico David Cameron

MOSUL - Orrore unanime per la barbarie e la ferocia con le quali i jihadisti dello Stato islamico hanno infierito sul giornalista americano James Foley scioccando il mondo con le immagini impietose della sua decapitazione. Una sfida agli Stati Uniti per mano di un boia che in serata David Cameron ha identificato come "molto probabilmente" britannico.

"Il mondo è inorridito" di fronte a questo "brutale assassinio" ha tuonato il presidente Barack Obama promettendo che "giustizia sarà fatta" per questo coraggioso giornalista di 40 anni rapito nel 2012 in Siria. Un crimine "sconvolgente e turpe" gli ha fatto eco il premier britannico, mentre la cancelliera tedesca Angela Merkel si è detta "sconvolta" per un omicidio "barbaro e spietato". Human Rights Watch ha evocato "un crimine di guerra".

Il video (video) è "autentico" ha accertato l'intelligence Usa dopo averlo passato al setaccio. Adesso toccherà ai servizi americani e britannici dare una spiegazione del forte accento inglese dell'assassino del reporter, un uomo che appare vestito di nero ed incappucciato. Il timore è che si possa trattare di uno dei tanti sudditi di Sua Maestà passati nelle file dei jihadisti in Iraq ed in Siria, ossia in quel pezzo di terra dove da mesi l'Isis la fa da padrone e contro cui le milizie curde nord-irachene punteranno presto le armi, che il Parlamento italiano ha deciso oggi di fornire, nel giorno della visita-lampo del premier Matteo Renzi a Baghdad ed Erbil.

Mentre le forze governative irachene hanno proseguito invano oggi l'assalto a Tikrit, roccaforte sunnita in mano ai jihadisti a nord della capitale, Renzi ha rassicurato il premier uscente Nuri al Maliki che le armi italiane giungeranno ai Peshmerga curdi solo dopo essere state autorizzate dal governo federale di Baghdad. Mentre a Massud Barzani, presidente della regione autonoma del Kurdistan, Renzi ha promesso che "insieme vinceremo la battaglia contro il terrorismo", in riferimento ai jihadisti dello Stato islamico. Che con il video diffuso nella notte hanno fatto un salto di qualità nella loro sfida.

Intitolato "Un messaggio all'America", il filmato è uno spot dell'ideologia dello Stato islamico, da tempo abile nelle tecniche di propaganda. Grazie ad una sapiente sovrapposizione di immagini, i jihadisti hanno mostrato Foley, vestito in arancione (come un tempo i detenuti della prigione Usa di Guantanamo) e in ginocchio in mezzo a un indefinito panorama desertico che potrebbe essere in Siria o Iraq. Il giornalista americano è stato detenuto con un altro collega statunitense, Steven Sotloff, che viene mostrato vivo al termine del filmato in ginocchio e nella stessa posizione di Foley.

"La vita di questo cittadino Usa, Obama, dipende dalle tue prossime decisioni", sono le parole con cui si chiude il video, e che non hanno comunque fermato il Pentagono che oggi ha annunciato di aver compiuto nuovi raid nella zona della diga di Mosul. Dodici in tutto, condotti con cacciabombardieri e droni.

Nel messaggio dello Stato islamico non c'è menzione di Austin Tice, un altro giornalista americano scomparso nell'agosto del 2012 a nord di Damasco e a lungo, secondo fonti ufficiali statunitensi, detenuto dal regime siriano del presidente Bashar al Assad.

(ats ans7Lorenzo Trombetta) 

 

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