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CANTONEGoogle apre anche ai bambini: il marketing non ha più età

20.08.14 - 06:00
Aprire account anche ai minori di 13 anni: un’idea che indigna l’America. In Ticino l’85% dei genitori non sa dire che cosa faccia il proprio figlio sul web. Pro Juventute: "Una sfida educativa eccezionale"
Foto Colourbox
Google apre anche ai bambini: il marketing non ha più età
Aprire account anche ai minori di 13 anni: un’idea che indigna l’America. In Ticino l’85% dei genitori non sa dire che cosa faccia il proprio figlio sul web. Pro Juventute: "Una sfida educativa eccezionale"

TICINO - Marketing is marketing. E i bambini rappresentano una quota di mercato ragguardevole. La notizia secondo cui Google avrebbe intenzione di aprirsi per la prima volta ai minori di 13 anni, offrendo loro la possibilità di registrare account personali, dunque non sorprende: casomai indigna. L’America già grida alla minaccia della privacy, al rischio cui verrebbero esposti i giovanissimi nel caso non peregrino in cui i loro dati, liberi nel web, fossero raccolti da terzi per un uso illecito. Il “centro per la democrazia digitale” è già al lavoro per monitorare come Google voglia tradurre in atto i propri disegni. 

Il pericolo non è una fantasia da genitori troppo apprensivi: specie laddove, come in Ticino, "solo il 15% delle famiglie è a conoscenza delle abitudini del proprio figlio quando si connette a internet". Eppure per Ilario Lodi, direttore di Pro Juventute, si tratta di "una sfida educativa eccezionale". L’atteggiamento con cui affrontare le opportunità delle nuove tecnologie, che "tendono a diventare pervasive di ogni aspetto della quotidianità, bambini compresi", si traduce in una domanda: "Come posso raccogliere la contraddizione e farla diventare una fonte di educazione? L’educazione non si fa mettendo l’accento sul pericolo, non passa attraverso le minacce: con i pericoli e le minacce bisogna fare i conti". 

Primo passo, non cercare alibi e capri espiatori. Capire che "non è Google che consente: sono io che consento. Google è un’impresa commerciale, i bambini sono un pubblico commerciale al pari degli altri. L’importante è come gli adulti rispondono per fare delle nuove tecnologie un terreno di educazione e non una fonte di problemi. Una volta si giocava insieme nei prati: ora si può fare stessa cosa con internet". In questo, gli adulti ticinesi sono "bravissimi. Bisogna solo ricordarglielo" . Per colmare il gap generazionale, il modo migliore è "stare accanto ai nostri figli. Le nostre serate non insegnano come padroneggiare le tecnologie, ma il valore della relazione genitore-figlio anche su quel piano. Gli adulti escono con più domande, ma anche con più rassicurazioni". 

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