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LUGANO"Ho alzato gli occhi dal tavolo e ho visto l’auto volare"

17.08.14 - 13:28
La testimonianza di chi ha aiutato a sollevare l’auto sotto la quale si trovava il bimbo di dieci mesi, che lotta ancora per non morire all’ospedale pediatrico di Lucerna
Foto 20 Minuti / Davide Illarietti
"Ho alzato gli occhi dal tavolo e ho visto l’auto volare"
La testimonianza di chi ha aiutato a sollevare l’auto sotto la quale si trovava il bimbo di dieci mesi, che lotta ancora per non morire all’ospedale pediatrico di Lucerna

LUGANO - Erano arrivati dalla Valtellina a Lugano per una gita in famiglia. Ieri il cielo, dopo un'estate grigia e piovosa, si presentava sgombero di nubi. Il centro di Lugano si è riempito di tanta gente e sul lungolago era un pullulare di turisti. Tra di loro il piccolo di 10 mesi, che si trovava in una carrozzina dietro la quale c'erano i suoi genitori e i suoi nonni che si volevano godere il paesaggio lacustre del Ceresio visto da Lugano.

Erano più o meno le 15 quando un'autovettura invade il marciapiede e investe 14 persone. Ad avere la peggio è il bimbo di 10 mesi, che finisce sotto la macchina impazzita. La corsa all'ospedale Civico di Lugano, il reparto di terapia intensiva, e il trasferimento all'ospedale pediatrico di Lucerna. Il bimbo lotta contro la morte: ha subito un grave trauma cranico .

Oltre al piccolo, otto i feriti, tra cui due di media gravità.

Oggi a Lugano di quell'incidente non resta che un cono arancione della segnaletica.

Il manifesto pubblicitario e l'albero abbattuto sono stati portati via. Ma tra la gente l’emozione è ancora vivida. “Ho alzato gli occhi dal tavolo e ho visto l’auto volare” racconta Claudio, pizzaiolo  al ristorante Sole e Luna di Riva Albertolli. “Non ci ho pensato due volte, mi sono precipitato in strada assieme al mio capo e ci siamo avventati sull’auto cercando di ribaltarla; non avevamo capito subito che sotto la vettura c’era un bambino. Abbiamo agito d’istinto ma, fossimo stati da soli, non ce l’avremmo fatta”.

Ed ecco, nella disgrazia, la buona notizia: i passanti accorrono, “una ventina circa”, in un minuto l’auto viene rigirata “grazie alla prontezza di spirito e alla generosità della gente, un bellissimo gesto collettivo” racconta il signor Akbar, anche lui tra i soccorritori. “La polizia è arrivata poco dopo, ma se non fosse stato per noi… chissà, qualche secondo in più sotto quell’auto e per il bambino sarebbe stato troppo tardi”.

Ora, mentre il bambino lotta contro la morte a Lucerna, in Riva Albertolli la gente si ferma davanti all’albero che non c’è più, plaude i soccorritori (“sono intervenuti in un batter d’occhio, in venti minuti non c’era più niente” dice una testimone) e punta il dito, anche, contro l’indifferenza: “Appena sceso in strada, ho fatto segno a un’auto che veniva in senso opposto di chiamare i soccorsi – racconta Claudio - il conducente ha sorriso ed ha proseguito come niente fosse: mi vergogno per lui”.  

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