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BERNATensione in casa UDC, Ogi: "Fermate Blocher"

17.08.14 - 10:20
L'ex ministro della difesa critica dell'UDC le iniziative di Blocher e invita i "democentristi ragionevoli" a "fermare il tribuno zurighese"
Foto d'archivio (Keystone)
Tensione in casa UDC, Ogi: "Fermate Blocher"
L'ex ministro della difesa critica dell'UDC le iniziative di Blocher e invita i "democentristi ragionevoli" a "fermare il tribuno zurighese"

BERNA - L'ex consigliere federale ed ex presidente dell'UDC Adolf Ogi è indignato dai progetti di iniziative popolari recentemente annunciati da Christoph Blocher. Il bernese chiede al suo partito di prendere le distanze: "i democentristi ragionevoli" devono "alzarsi e fermare" il 'tribuno' zurighese. Per il presidente attuale dell'UDC, Toni Brunner, le iniziative contestate da Ogi sono invece "essenziali".

La politica portata avanti attualmente dell'UDC è "catastrofica. Si avanza alla cieca", sostiene Ogi in un'intervista pubblicata oggi dalla "SonntagsZeitung". Il bernese punta in particolare il dito nei confronti dell'iniziativa "contro l'immigrazione di massa" e i progetti del partito volti a ridurre il diritto all'asilo e la validità del diritto internazionale, nonché gli "attacchi" contro gli accordi bilaterali con l'Unione europea.

"La politica di Blocher porterà il Paese a un totale isolamento", afferma Ogi sostenendo che la radicalizzazione nuoce alla Confederazione. Come imprenditore, lo zurighese "dovrebbe rendersi conto che la sua politica di chiusura e il suo odio irrazionale nei confronti dell'Europa conducono la Svizzera nella situazione più grave dal 1848".

Ogi invita quindi il suo partito "a resistere". "Non si può continuare così", "bisogna svegliarsi nell'interesse del Paese". Il bernese esorta quindi i colleghi democentristi a "porre fine all'errare" di Blocher.

Interrogato sulla resistenza interna che finora non si è praticamente mai fatta sentire, Ogi afferma che "ci sono sempre più persone nel partito che sono preoccupate, ma non osano dirlo pubblicamente". "Se lasciamo Blocher continuare ad agire così, il partito perderà voti", e non potrà dunque aspirare ad avere un secondo seggio in Consiglio federale.

Per Ogi ci sono diversi membri "ragionevoli" nel partito: "Hannes Germann, Peter Spuhler, Albert Rösti, Roland Eberle e altri". Il bernese il incoraggia a portare avanti la "politica del compromesso" in modo da ritrovare un secondo seggio in governo.

Anche se non è più attivo politicamente, Ogi ritiene che come ex presidente dell'UDC (ha guidato il partito dal 1984 fino all'entrata in Consiglio federale nel 1988) ha il diritto di esprimere le sue opinioni e preoccupazioni. Egli afferma poi di non avere nessuna intenzione di dimettersi dal suo partito.

Le parole di Ogi si scontrano però con quelle pronunciate da Toni Brunner, l'attuale presidente dell'UDC. In un'intervista pubblicata oggi dal "SonntagsBlick", il sangallese afferma che la campagna elettorale in vista delle elezioni federali del prossimo anno sarà incentrata sull'UE e sarà sostenuta dalle due iniziative popolari in gestazione. Quella che vuole limitare il diritto d'asilo e quella che vuole fare in modo che leggi svizzere primeggino sul diritto internazionale sono "essenziali", sostiene Brunner.

Per il presidente dell'UDC, il destino della Svizzera si giocherà nelle prossime elezioni federali, per via delle decisioni da prendere nelle relazioni con l'UE. "Solo l'UDC può garantire l'indipendenza", afferma Brunner. Secondo il sangallese la "Svizzera libera" sarà condannata se i democentristi dovessero perdere voti.

L'UDC deve quindi rimanere il partito più forte in Svizzera: alle elezioni federali del 2015 deve "mantenendo almeno il 26,6% dei voti" ottenuti quattro anni prima, sostiene Brunner. Il presidente democentrista ha poi ribadito di non volere un secondo seggio in governo a scapito del PLR, come proposto dal PS e dal centro.

Queste formazioni politiche "praticano una politica di esclusione nei confronti dell'UDC", ha affermato Brunner. "Se il PLR rimane la terza forza politica, ha diritto a un secondo seggio", sostiene il sangallese.

Da parte sua, Blocher, sulle colonne della "Schweiz am Sonntag", afferma di essere pronto a lanciare un'iniziativa popolare per chiedere la disdetta degli accordi di libera circolazione con l'UE. Il testo verrebbe lanciato qualora l'iniziativa "contro l'immigrazione di massa", approvata da popolo e cantoni lo scorso 9 febbraio, non dovesse essere applicata.

ats

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