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PRO JUVENTUTEAlla ricerca dell'"I Like"

07.08.14 - 06:00
L'importanza di pensare con la propria testa, non con quella degli "I like"
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Alla ricerca dell'"I Like"
L'importanza di pensare con la propria testa, non con quella degli "I like"

L'ambito dell'educazione alle nuove tecnologie (web, internet, smartphone, IPad e altre diavolerie) è veramente, oggi, un tema à la mode. Non vale nemmeno più la pena di ribadire quanto venga ritenuto importante. La questione che ora mi sta più a cuore è però questa: si fa un gran parlare di educazione ai nuovi media e lo si fa, solitamente, pensando ai ragazzi che – a volte -  li usano male. Certo, mi si dirà anche che l'educazione ai nuovi media batte territori che non sono solo squisitamente tecnici.

Durante questi seminari (o lezioni) si parla, infatti, di consapevolezza di sé, di autostima, di amicizia, di rispetto e via dicendo, e di queste cose i ragazzi di oggi hanno bisogno come il pane. Mi chiedo: come venivano trattati questi temi quando le nuove tecnologie – diciamo - non se ne erano ancora impossessate? Se ne parlava a scuola così come a scuola si parla di educazione ai nuovi media? Non credo.

Credo piuttosto che il tema dell'educazione ai nuovi media, al di là della trattazione di alcuni aspetti legati alla sfera delle intimità, aspetti sicuramente delicati, ci dica quanto abbiamo bisogno di ritornare, con i nostri ragazzi, ad occuparci di temi fondamentali quali la capacità di percepire quello che succede e di prendersi la briga di pensarci su con la propria testa; la facoltà di parlare di quello che ci piace e che non ci piace senza l'assillo di dover a nostra volta piacere a qualcuno; la libertà di dire quello che si pensa, magari già sapendo che ci sarà sicuramente chi non concorda, e via dicendo. In fondo fare educazione non è sempre così complesso; basta esserne consapevoli.

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