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LOCARNOEcco l’uomo che vive all’imbarcadero

06.08.14 - 06:03
La storia di Urban Andreetti diventa un caso: da due settimane dorme su una panchina in riva al lago
Ecco l’uomo che vive all’imbarcadero
La storia di Urban Andreetti diventa un caso: da due settimane dorme su una panchina in riva al lago

LOCARNO – Di notte, rannicchiato sulla panchina, abbraccia forte la sua scimmietta di peluche, sperando in un domani diverso. C’è un uomo che da due settimane ‘abita’ all’imbarcadero di Locarno. Tra un chiosco, un venditore di kebab e una gelateria. Lui è Urban Andreetti, classe 1968, sfrattato a fine giugno dal suo appartamento di Magadino. Da allora Urban vive come un barbone. A segnalare il suo caso, alcune persone che frequentano il porto sul Verbano e che hanno deciso di dargli una mano. “Quest’uomo dorme all’aperto da 15 giorni – spiega un signore –, qualcuno intervenga”.

Vita da clochard – Esageratamente teatrale, pittoresco. Urban passa le sue giornate realizzando piccoli lavori artigianali. Ciondoli, collane che vende per pochi franchi, giusto per raccogliere qualche soldo. Urban ci accoglie nel suo ‘regno’ ed è quasi commosso. “Benvenuti a casa mia”, scherza, mentre ci mostra gli arnesi che utilizza per le sue creazioni, lo stereo appoggiato su un muretto, una valigia con pochi abiti che tiene nascosta in un angolo. “Negli ultimi mesi la mia vita è precipitata. Oggi sento la mancanza di un letto comodo, della possibilità di farmi una doccia. Eppure siamo nel 2014, in Svizzera”.   

Il naufragio - Nato a Lucerna 46 anni fa, Urban è padre di due figli e ha una formazione di meccanico. “Dopo avere vissuto a Zofingen e a Basilea, tre anni fa mi sono trasferito in Ticino”. Urban non nasconde di avere avuto una vita tormentata. D’altra parte i suoi improvvisi e stravaganti scatti, manifestati più volte mentre parla, evidenziano una personalità difficile da decifrare. La svolta, in ogni caso, arriva con il tracollo del suo matrimonio. “Mia moglie qualche mese fa è tornata in Svizzera tedesca con nostro figlio. Mi sono trovato da solo in una casa troppo grande”.

Autorità - Da qui allo sfratto, il passo sembra essere breve. Anche se Urban fatica a rivelare come siano andati veramente i fatti. “Ho cercato una sistemazione provvisoria, consona alle mie tasche, invano. Ho alloggiato in pensioni e campeggi, ma sono troppo cari per abitarvi con continuità. E allora non mi resta che stare per strada, in attesa che si liberi un appartamento per me. Ho chiesto aiuto anche alle autorità di Locarno, ma finora non è stato risolto nulla”.

Affitto - Cerchiamo di capire se Urban sarebbe in grado di pagare un affitto. Lui si sfila i pantaloni e ci mostra una cicatrice. “Guardate queste cicatrici, anni fa ho fatto un grave incidente in moto. Percepisco una rendita d’invalidità, posso permettermi un piccolo appartamento”. Poi ci mostra i suoi lavoretti. “Cerco di arrotondare con questi. Lo facevo già prima di essere sfrattato. La polizia viene qui tutti i giorni. Mi chiede se ho l’autorizzazione per vendere per strada, ma non si preoccupa di trovarmi un tetto”.

Calore umano - Tutti salutano Urban al porto di Locarno, tutti lo conoscono. “La gente qui è eccezionale, mi sta dando una grande mano. I marinai, i camerieri del ristorante… C’è sempre qualcuno che mi offre qualcosa, non mi posso lamentare”. E intanto su Facebook è pure nata una pagina intitolata ‘Aiutiamo Urban’. “Mi fa tanto piacere sentire questo calore umano, mi sento meno solo, ringrazio tutti, di cuore”.

A piedi nudi - Poco lontano, due ragazze mangiano un kebab. Urban si avvicina a loro, le saluta, le bacia sulla guancia e poi addenta uno dei loro panini. “Mi vogliono tutti bene – dice il 46enne –. Ma questo non diminuisce la mia frustrazione. Dormo su una panchina, 4-5 ore a notte, vengo svegliato da ogni rumore. Faccio il bagno nel lago e cammino a piedi nudi, sembro un naufrago. Vorrei che le istituzioni intervenissero, non voglio continuare a vivere come un vagabondo”.   

Pazienza - Alex Rodriguez, operatore sociale della Città, conosce bene il caso di Urban Andreetti. La sua è una versione che si discosta, almeno in parte, da quella del diretto interessato. “Ci stiamo occupando massicciamente della questione. Il fatto è che ci sono leggi da rispettare, ma soprattutto che per farsi aiutare occorre essere collaborativi. Il signor Urban pretende un tetto, ma poi non è paziente. Lui percepisce una rendita d’invalidità e io ho qui, sulla mia scrivania, la lista degli appartamenti sussidiati. Affinché io possa fare da mediatore, lui mi dovrebbe perlomeno dare un’autorizzazione. Non si può pretendere che l’autorità risolva i problemi in un batter d’occhio”.

Sopra le righe - Rodriguez e i suoi collaboratori, tuttavia, intendono trovare una soluzione a breve. “Se è vero che c’è gente che vuole bene a Urban, c’è anche chi non sopporta i suoi modi sopra le righe. Ci sono già stati reclami per il suo comportamento nella zona dell’imbarcadero. Dobbiamo quindi intervenire al più presto”.   

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