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LUGANOLe emozioni di Fink chiudono il LongLake Festival

31.07.14 - 06:00
Sabato 2 agosto, a chiudere Rock’n’More nell’ambito di LongLake, è stato invitato il cantautore britannico Fink. L’appuntamento è al Parco Ciani alle 21.30
Foto Tommy N Lance
Le emozioni di Fink chiudono il LongLake Festival
Sabato 2 agosto, a chiudere Rock’n’More nell’ambito di LongLake, è stato invitato il cantautore britannico Fink. L’appuntamento è al Parco Ciani alle 21.30

LUGANO - “Che tempo fa a Lugano in questi giorni?”, mi chiede Fink, preoccupato, non appena risponde al telefono. “È la prima volta che passo alle vostre latitudini e vorrei che tutto quanto “risuoni” perfetto…”.

Reduce dalla pubblicazione di “Hard Believer”, il suo sesto album dato alle stampe lo scorso 11 luglio su etichetta Ninja Tune e messo a punto con i compagni di viaggio Tim Thornton (batteria, chitarra) e Guy Whittaker (basso), Fin Greenall (è questo il suo vero nome), a Lugano, presenterà, inevitabilmente, le dieci tracce che ne prendono parte: “Io, Tim e Guy, questa volta, ci siamo spinti ancora più a fondo nelle nostre emozioni, sia a livello compositivo, sia nel corso delle sessioni di registrazione…”, mi spiega, raccontandomi la genesi del disco. Alt-folk di ottima fattura in cui, talvolta, torna a riverberarsi, seppur molto in lontananza, la vita precedente di Fink, fatta di campionatori e di consolle: “Ho esplorato sonorità electro per dieci anni… Mi è piaciuto, certo, mi sono divertito, ma a un certo punto della mia esistenza, attorno al 2005, ho incominciato a sentire la necessità di un cambiamento… A esortare questa metamorfosi è stata la lunga serie di concerti a cui ho avuto modo di assistere in quel periodo... Il mio pensiero e il mio approccio verso la musica erano cambiati… Qualcosa, dentro di me, aveva virato e preso un’altra rotta…”.

Ma quei suoni, quei beats, comunque, non erano (ancora) del tutto pronti a dissolversi: “Ora come ora, la musica elettronica credo di amarla di più, forse proprio per il fatto che mi ritrovo a viverla dall’esterno…”, ammette. “Il folk e la psichedelia sono comunque sempre stati parte di me, fin dalla mia prima infanzia… Era ciò che i miei ascoltavano in continuazione e che io, di conseguenza, da fruitore passivo, ho assorbito e riscoperto qualche tempo dopo…”.

La sue opere - da “Biscuits For Breakfast” (Ninja Tune, 2006) in poi - ne sono la prova tangibile.

In caso di cattivo tempo consultare www.longlake.ch.

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