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Il lupo non sarà ucciso Aveva sbranato una trentina di pecore e capre nell'Alto Vallese
SION - Sion non autorizzerà l'uccisione del lupo che ha sbranato una trentina di pecore e capre nell'Alto Vallese nelle ultime settimane. In causa: l'insufficienza delle misure di protezione nella zona. Per rimediarvi, la Confederazione metterà a disposizione degli allevatori un "gruppo mobile d'intervento", composto da pastori e da cani.
Riunitasi per esaminare il caso, la commissione intercantonale - composta da rappresentanti della Confederazione e del cantone, assistiti da consulenti specializzati - non è riuscita a trovare una posizione comune, indica il Cantone in una nota odierna. Divergenze sono sorte in merito ai termini entro i quali dovranno essere attuate le raccomandazioni relative alla protezione degli alpeggi.
L'autorizzazione di abbattimento può essere rilasciata soltanto se un lupo ha sbranato 35 pecore in quattro mesi o 25 in un mese, a condizione tuttavia che siano state prese tutte le misure di protezione possibili. In assenza di un consenso in seno alla commissione, il Cantone non può autorizzare l'uccisione del predatore, spiega la nota.
Il servizio vallesano dell'agricoltura riesaminerà ora la questione delle misure di protezione con gli allevatori, allo scopo di accelerarne la messa in opera. La Confederazione vi contribuirà, mettendo a disposizione un "gruppo mobile" di pastori e di cani.
Da metà giugno, il lupo in causa ha ucciso 28 pecore e due capre negli alpeggi situati fra la valle di Zermatt e la valle di Turtmann. Gli allevatori della regione affermano che la topologia della zona non consente l'allestimento di misure di protezione adeguate.
In uno studio pubblicato in giugno, l'Associazione per lo sviluppo dell'agricoltura e delle aree rurali (Agridea) rilevava che un quarto degli alpeggi vallesani non può essere protetto dal lupo, mentre nel 60% le misure di protezione possono essere migliorate.
ats
