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STATI UNITISempre meno libertà religiosa

28.07.14 - 21:03
Il 2013 è stato l'anno peggiore a memoria d'uomo per le varie comunità religiose nel mondo
Foto d'archivio (Keystone)
Sempre meno libertà religiosa
Il 2013 è stato l'anno peggiore a memoria d'uomo per le varie comunità religiose nel mondo

WASHINGTON - Il 2013 è stato l'anno peggiore a memoria d'uomo per le varie comunità religiose nel mondo. Abusi, discriminazioni e violenze per motivi di fede sono in aumento praticamente in ogni angolo del pianeta: dalla repressione indiscriminata in Cina, alle violenze in Medio Oriente con la Siria in testa dove la presenza di cristiani è rimasta l'ombra di se stessa, agli attacchi in Egitto e Iran contro i dissidenti della religione di Stato. Ma anche l'impennata di sentimenti anti-semitici e anti-Islam nelle nazioni dell'Unione Europea. È quanto emerge dal "Rapporto sulla libertà di Religione 2013" del Dipartimento di Stato Usa e presentato dal segretario, John Kerry.

"In tutto il mondo, individui sono soggetti a discriminazioni e violenze semplicemente per la loro identificazione con una specifica religione o con nessuna fede", dice il rapporto, citando non solo situazioni estreme come nella Corea del Nord dove vige l'assoluto divieto di organizzazioni religiose, in Arabia Saudita o in Eritrea, ma anche il "preoccupante" aumento di sentimenti anti-semiti e anti-Islam in Europa.

I Paesi peggiori, che fanno pare della lista nera, sono: Birmania, Cina, Eritrea, Iran, Corea del Nord, Arabia Saudita, Sudan, Turkmenistan e per la prima volta e l'Uzbekistan. Questi Paesi sono considerati di "particolare preoccupazione" per violazioni e discriminazioni tollerate o portate avanti dagli stessi governi che in molti casi non indagano i crimini contro membri di comunità religiose di minoranza.

"L'impennata di queste tendenze in Europa - dice il dipartimento di Stato - dimostra che l'intolleranza non è limitata ad aree di conflitto. Una recente indagine condotta proprio in Europa ha rivelato che il 48% degli ebrei residenti in 8 stati - Italia, Belgio, Francia, Germania, Ungheria, Latvia, Svizzera, Inghilterra - prendono in considerazione l'ipotesi di emigrare per la sensazione di antisemitismo".

Il rapporto ribadisce l'impegno degli Stati Uniti "nel creare un mondo più libero e tollerante. Un lavoro che non è solo riservato al governo e alle istituzioni, ma è una necessità globale per tutta l'umanità".

ats

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