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BERNAPrimi danni dovuti alla drosofila del ciliegio

26.07.14 - 13:48
L'inverno particolarmente mite ha consentito a un maggior numero di insetti di sopravvivere
Primi danni dovuti alla drosofila del ciliegio
L'inverno particolarmente mite ha consentito a un maggior numero di insetti di sopravvivere

BERNA - La drosofila del ciliegio (Drosophila suzukii), scoperta per la prima volta nel 2011 in Svizzera, ha causato per la prima volta danni ai frutteti. L'inverno particolarmente mite ha consentito a un maggior numero di insetti di sopravvivere. Lo riferisce oggi la stazione di ricerca Agroscope di Wädenswil (ZH), precisando che la lotta contro il moscerino è difficile anche con l'uso di insetticidi.

La Drosophila suzukii appartiene alla famiglia dei moscerini della frutta o dell'aceto (Drosophilidae). È originaria dell'estremo oriente (soprattutto Giappone, Cina e Corea). In Europa è stata identificata per la prima volta nell'autunno del 2008 in Spagna e nel 2009 in Italia. Nell'estate 2011 è stata scoperta la prima infestazione anche in Svizzera: in Ticino, in Vallese e nei Grigioni.

Attualmente non si può ancora stabilire l'ammontare dei danni. L'infestazione varia molto da regione a regione e anche da azienda ad azienda, ha spiegato l'esperto Stefan Kuske al servizio d'informazione agricola LID.

Il centro di studi agricoli Ebenrain di Sissach (BL) riferisce di danni economici nettamente maggiori rispetto all'anno scorso. Un produttore ha perso tutto il raccolto. Secondo il centro Strickhof di Winterthur (ZH), in alcune singole fattorie del canton Zurigo il moscerino asiatico ha compromesso dal 30 al 40 della produzione.

Finora nessuna strategia di lotta è risultata efficace contro la "Drosophila suzukii". Agroscope sta esaminando, fra l'altro, l'uso di trappole con liquidi che attirano il moscerino e apposite reti a maglie fini (0.8 mm) per coprire gli alberi. L'impiego di insetticidi, per cui occorre un permesso speciale, è finora deludente. La lotta chimica è infatti di difficile attuazione, poiché l'insetto attacca il frutto appena prima del raccolto. L'utilizzo a scopo di prevenzione "è una perdita di tempo e di soldi". I veleni sono eventualmente indicati quando una forte infestazione minaccia direttamente la raccolta.

Contrariamente ai moscerini dell'aceto indigeni, che depongono le uova solo su frutti molto maturi o marci, le femmine della suzuki sono dotate di un potente ovodepositore dentato con il quale provocano fori nei frutti sani per deporvi le uova. Esse attaccano tutta la frutta a polpa tenera (mirtillo, lampone, mora, fragola, ciliegia, uva, albicocca, pesca, susina, kiwi), e diversi frutti selvatici (ciliegie e more selvatiche, corniolo, vite selvatica, solanacee, rosacee come rosa canina e altri). Una femmina può deporre fino a 400 uova, e i danni causati dalle larve espongono inoltre i frutti a malattie secondarie.

La nuova generazione di moscerini sguscia già dopo 18 a 30 giorni. Gli adulti possono sopravvivere fino a nove settimane. I voli si hanno da aprile a novembre. Le infestazioni possono raggiungere anche zone elevate, fino a 1550 metri. I moscerini - soprattutto le femmine adulte - svernano in luoghi protetti sotto foglie o sassi.

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