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LUGANOLa commessa non lavorerà più a 1.300 franchi al mese

22.07.14 - 12:33
Clamorosa decisione della boutique Montenapoleone di Lugano: la lavoratrice frontaliera sarà reintegrata e pagata secondo i termini di legge, ossia 3.148,69 franchi
Foto d'archivio (Tipress)
La commessa non lavorerà più a 1.300 franchi al mese
Clamorosa decisione della boutique Montenapoleone di Lugano: la lavoratrice frontaliera sarà reintegrata e pagata secondo i termini di legge, ossia 3.148,69 franchi

LUGANO - C'è una clamorosa novità: la commessa frontaliera pagata a 1.300 franchi al mese verrà reintegrata e pagata secondo i termini di legge.

In una lettera raccomandata, i soci della Montenapoleone, boutique di Lugano recentemente balzata al centro delle cronache cantonali per aver assunto una giovane lavoratrice a un salario ben al di sotto dei 3.148 franchi imposti dalla legge, hanno informato l'OCST della proposta presentata alla dipendente.

Nella lettera si legge che alla dipendente verrà riconosciuto il salario indicato dall'OCST, secondo i termini di legge. Ma c'è di più. Alla commessa verrà corisposta la differenza relativamente alle mensilità e tempi lavorati. La commessa conserva così il posto di lavoro e avrà un nuovo contratto sempre nel rispetto dei termini di legge. La  dipendente, come da  certificato  medico  prodotto, potrà  riprendere  le  sue mansioni lavorative a partire dal giorno 22  luglio prossimo o  a  completa guarigione. (la commessa aveva presentato un certificato medico, ndr).

Montenapoleone ribadisce la sua buona fede e, di fatto, apre alla conciliazione con il sindacato OCST: "Non nascondiamo di avere appreso disposizioni di legge delle quali non eravamo, nostro malgrado, a completa conoscenza. – si legge nella lettera - Non vuole essere una giustificazione per sottrarci alle nostre responsabilità, dal momento che "la legge non ammette ignoranza", ma la dimostrazione della nostra volontà di dare a questa vicenda una soluzione positiva che vada anche nell'interesse della Dipendente, non solo per l'immediato - come viene richiesto nella raccomandata - ma anche, cosa sicuramente più importante, per il futuro lavorativo della dipendente".

Montenapoleone, tuttavia, non ha mancato di esprimere la propria delusione per una vicenda in cui si è reso pubblico il nome del negozio accusato, in pratica, di sfruttamento, "comportando sicuramente un danno commerciale alle nostre attività che sono comunque fonti di lavoro dipendente". Una guerra mediatica nei confronti della Napoleone scatenata da un'OCST che, tuttavia ne esce vincitrice.

Rientra quindi la ventilata denuncia del sindacato di procedere ad una segnalazione alla Magistratura per il  reato di "sfruttamento dello stato di bisogno".

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