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BELLINZONAIl moderno ritorno alle origini di Franco Battiato

21.07.14 - 06:47
Fra le otto tappe del suo short summer tour c’è anche il Castelgrande, il prossimo 30 luglio
Il moderno ritorno alle origini di Franco Battiato
Fra le otto tappe del suo short summer tour c’è anche il Castelgrande, il prossimo 30 luglio

BELLINZONA - La politica è un’esperienza alle spalle. Franco Battiato è tornato a essere quello che è: un’artista senza contaminazioni. E a farlo come lo sa fare: in maniera eclettica, sperimentale. Sarà la musica elettronica a dominare il suo nuovo progetto discografico, atteso per il prossimo 16 settembre: brani nuovi o rivisitati, in un viaggio dagli anni Settanta ad oggi in cui ha scelto di essere accompagnato dallo storico sound engineer Pino ‘Pinaxa’ Pischetola. Uno short summer tour inganna l’attesa e la curiosità: otto date, l’ultima delle quali a Bellinzona il 30 luglio con Sebalter ad aprire il concerto. Dopo “Hunter of Stars”, Battiato salirà sul palco alla presenza di sintetizzatore, tastiera e pianoforte: quasi un’anticipazione del suo nuovo lavoro.

Battiato, come nasce il progetto Joe Patti (Experimental Live Group)?

"Mi hanno chiesto di fare un concerto all’interno di un festival di musica sperimentale a Roma. È partito tutto da lì".

 

Possiamo definirlo una sorta di ritorno alle origini?

"È un ritorno alle origini come riferimento, ma adeguato al presente".

 

In qualche modo le mancano i primi anni Settanta, quelli di “Fetus” e “Pollution”?

"Per niente".

 

La performance sarà legata esclusivamente alla sua produzione di quel periodo?

"No. Ci sarà tutto il percorso sperimentale della mia carriera, anche con canzoni di repertorio".

 

Quando e come, esattamente, ebbe modo di imbattersi per la prima volta nella musica elettronica/sperimentale?

"Nel 1969, a Londra, con l’acquisto di un sintetizzatore (EMS VCS3)".

 

Da quali musicisti crede di essere stato maggiormente influenzato in questo ambito?

"Da nessuno di quel periodo".

 

Come è nata la sua recente collaborazione con Antony Hegarty?

"È nata per caso, e si è sviluppata nel tempo. Per farla breve, parecchi anni fa Antony cercava un luogo tranquillo in Italia dove preparare gli arrangiamenti di un suo nuovo disco. Avendo la stessa agenzia, gli hanno fatto il mio nome. E così è arrivato a casa mia assieme a Nico Muhli".

 

Nel disco dal vivo pubblicato qualche mese fa, “Del suo veloce volo”, figura anche “As Tears Go By”. Perché questa scelta?

"Era tra i brani scelti da Antony, naturalmente piaceva anche a me".

 

In questo periodo sta lavorando al suo prossimo disco in studio? Può anticiparci qualche dettaglio?

"Ho appena concluso il disco Joe Patti’s experimental group, che uscirà a settembre".

 

 

 

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