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VALLESE / ITALIA"Solo una poliziotta si è scusata per il trattamento"

20.07.14 - 16:28
Emergono nuovi particolari sul caso della piccola Sara
Foto Ossolanews.it
"Solo una poliziotta si è scusata per il trattamento"
Emergono nuovi particolari sul caso della piccola Sara

BRIGA - "Una donna arriverà in stazione a Domodossola tra un’ora e mezza: preparatevi".  Al telefono la guardia di confine, da Briga, avvisa la polizia italiana: il messaggio è chiaro, la spiegazione  delle condizioni della donna no. "Si sente male". Sono le 16:00 del  5 luglio. Alle 17.30 la mamma della piccola Sara – così si sarebbe dovuta chiamare, la bimba – arriva in ospedale oltre confine. I medici non possono che constatare la morte del feto.

L’autopsia, ci riferiscono da Domodossola, ha fissato il momento del decesso "nelle 12 ore precedenti". Ossia quando la madre della piccola Sara si trovava in Svizzera, scampata agli orrori della guerra in Siria. 

Omissione di soccorso - Le guardie di confine, secondo una fonte di Le Matin Dimanche vicina all’inchiesta interna avviata sul caso, sostengono di aver capito che la donna aveva un problema di salute solo a Briga. Secondo i legali della famiglia, invece, il padre Omar (33 anni) e la madre Souha (22) avrebbero chiesto aiuto già durante il tragitto dal confine francese fino al Vallese. "L’omissione di  soccorso non riguarda solo la donna, in condizioni palesemente gravi, ma anche un altro suo figlio, di due anni: vomitava, aveva 40 di febbre" ci racconta una fonte vicina alla famiglia. 

“Solo una poliziotta ha mostrato pietà” - Mentre l’inchiesta fa il suo corso, emergono nuovi elementi: la famiglia avrebbe individuato in "un ufficiale responsabile della stazione di Briga" il responsabile del trattamento  "indifferente e offensivo" ricevuto dalla famiglia: "Ha ordinato di mettere la famiglia sul treno, senza assistenza, nonostante alla donna si fossero aperte le acque". Secondo la fonte "l’ufficiale è stato identificato in alcune foto in possesso dei legali della famiglia". Ma l’atteggiamento di sprezzo e ostinata noncuranza  sarebbe stato "condiviso da tutte le guardie presenti".

Sola eccezione: una poliziotta francese al confine con Vallorbe: "Ha chiesto scusa alla famiglia per tutto quello che stava accadendo". Ma è stata, finora, l’unica. 

 

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