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CANTONE"Esplode il numero degli immigrati-disoccupati: in Ticino la situazione com’è?"

17.07.14 - 19:24
"Esplode il numero degli immigrati-disoccupati: in Ticino la situazione com’è?"

BELLINZONA - Secondo i dati più recenti sarebbero sempre di più i cittadini provenienti dall’Unione europea titolari di permessi B o L, che poco tempo dopo il loro arrivo in Svizzera s’iscrivono alla cassa disoccupazione. Infatti, secondo le normative attualmente in vigore, un cittadino dell’Unione europea può chiedere la disoccupazione in Svizzera, anche se ha lavorato 364 giorni all'estero e uno solo nel nostro Paese.

Amanda Rückert riprende l'argomento in una interrogazione. Nel 2013 sono stati ben 2313 i cittadini provenienti dall’Unione europea, beneficiari di un permesso B o di un permesso L, che hanno sfruttato i giorni lavorativi accumulati all'estero per ottenere la disoccupazione in Svizzera. Ciò alla “modesta” cifra di 31 milioni di franchi per la disoccupazione svizzera.

 

La cifra è cresciuta di molto nell’ultimo anno, se si considera che i dati a disposizione della SECO indicano che solo nel 2012 i cittadini UE che avevano chiesto la disoccupazione a meno di un anno dal loro arrivo in Svizzera erano stati 1'767, per un costo totale di 21 milioni di franchi: cifra inferiore rispetto alla più recente, ma già molto preoccupante, che dovrebbe dovuto condurre chi di dovere (le autorità federali, segnatamente chi predisposto a ridiscutere con l’Unione europea gli accordi bilaterali anche alla luce del voto del 9 febbraio scorso) a presentare tali cifre e cercare soluzioni che permettano di tutelare meglio il nostro Paese di fronte agli effetti negativi dell’immigrazione incontrollata.

 

"In Ticino, che notoriamente risente negativamente degli effetti della libera circolazione più di ogni altro Cantone, i dati sopracitati devono preoccupare". Amanda Rückert ha chiesto quindi al Consiglio di Stato:

 

1. Il trend svizzero riguardante i cittadini dell’Unione europea che a poco tempo dal loro arrivo in Svizzera chiedono la disoccupazione, è confermato anche in Ticino?

 

2. Nel caso di una risposta positiva alla domanda precedente, è possibile avere dati, cifre e costi di tale fenomeno nel nostro Cantone?

 

3. Esistono settori professionali più colpiti rispetto ad altri?

 

4. Qualora lo reputasse un problema, il Consiglio di Stato ha già avuto modo di discuterne con le autorità federali, segnatamente è consapevole della situazione profondamente iniqua e onerosa provocata dagli accordi bilaterali in materia di disoccupazione?

 

5. Secondo la SECO, nonostante il fatto che un cittadino dell’Unione europea possa chiedere la disoccupazione in Svizzera, anche se ha lavorato un solo giorno nel nostro Paese, vi è un certo margine di manovra: i casi dubbi possono essere verificati e le indennità rifiutate. In Ticino, gli Uffici regionali di collocamento, le Casse di disoccupazione o chiunque altro predisposto a ciò, svolgono accurate verifiche prima di accordare eventuali indennità di disoccupazione alle persone che si annunciano?

 

6. Si sono già verificati - e se sì quanti - casi di persone cui è stata rifiutata l’indennità di disoccupazione perché si è ritenuto esservi un “abuso” nei termini descritti dall’articolo della Neue Luzerner Zeitung?

 

7. Quali conseguenze comporta un rifiuto delle indennità di disoccupazione a un cittadino europeo titolare di un permesso B, giacché requisito indispensabile per il suo rilascio sia quello di essere in grado di provvedere al sostentamento proprio e a quello dei propri famigliari? La revoca del permesso B entra in linea di conto quale opzione?

 

 

 

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