Cerca e trova immobili

L'OSPITE"Fate attenzione alla nostra sicurezza". Meglio tardi che mai

20.07.14 - 09:55
Michel Venturelli, sensocivico.ch
Ti-Press / Gabriele Putzu
"Fate attenzione alla nostra sicurezza". Meglio tardi che mai
Michel Venturelli, sensocivico.ch

Sempre più spesso, all'entrata dei più importanti cantieri autostradali, il cartello di limitazione straordinario della velocità è “rinforzato” da un altro cartello: attenzione radar. Per i trasgressori la sanzione sembra certa.

È evidente che i cantieri autostradali sono molto pericolosi, in special modo per le persone che vi devono lavorare. Su questi cantieri i limiti di velocità imposti sono di 80 chilometri orari. Sappiamo però che, statisticamente parlando, a partire da 75 chilometri all’ora, un veicolo che investe una persona ha il 100% di probabilità di ucciderla. In altre parole, l'appiedato non ha scampo. Per quel che riguarda il caso specifico ne deduciamo che, anche quando il limite imposto è rispettato, in caso di collisione con un veicolo, l'operaio non ha scampo.

Torniamo ai cartelli che avvertono l'automobilista della presenza dei radar. Tutti sanno che le probabilità che il radar ci sia veramente sono bassissime e questo fa sì che l'effetto dissuasivo, con il tempo, si perda. Si perde perché gli automobilisti si abituano al cartello che annuncia un controllo che molto spesso non c'è. Questo modo di agire contraddice clamorosamente la teoria della prevenzione generale sulla quale poggia il pensiero criminologico moderno. Questa teoria, che ha una logica ferrea, vuole che la sanzione annunciata sia certa e severa. La ragione è ovvia: una sanzione lieve in molti casi non ha senso, una sanzione altamente improbabile è invece chiaramente inutile.

Già qualche anno fa, sui trasporti pubblici del Canton Berna, l'avvertenza "È vietato parlare al conducente" è stata sostituita da un'altra scritta che dice "È imprudente parlare al conducente". Così facendo si responsabilizza l'utente che si rende conto che parlando con l'autista lo sconcentra con conseguente pericolo per tutti i passeggeri. In questo caso le autorità sono passate da un registro repressivo ad una strategia di responsabilizzazione dell'individuo. Il proibito non c'entra più nulla. Il problema riguarda ora il buon senso… e chi ha voglia di passare per uno scriteriato?

L'autorità, annunciando controlli che non è in grado di applicare, perde credibilità nei confronti dei cittadini; e i cittadini rischiano di accorgersi che farla franca è più facile di quanto in generale si pensi. A questo punto la domanda sorge spontanea: perché non responsabilizzare l'automobilista per indurlo a ridurre la velocità nei molti, moltissimi, tratti autostradali intralciati da cantieri lunghi e interminabili? Perché non rendere attento l’automobilista frettoloso o distratto che è irresponsabile aumentare, anche di poco, le possibilità di uccidere un uomo per guadagnare una manciata di secondi?

Passando da una strategia di sicurezza repressiva, che non si è in grado di applicare, ad una strategia di riduzione dei danni, anche per quel che riguarda la sicurezza stradale, è probabile che ci avvicineremmo al risultato che tutti vogliamo: più sicurezza sulle strade. Inoltre, e non è poco, le autorità smetterebbero di dimostrare a tutti in modo tanto palese che a non rispettare la legge si rischia poco, anzi, spesso niente.

NB. Quanto sopra è un articolo pubblicato dal Caffè il 23 marzo 2003; undici anni dopo il Cantone ha diramato il seguente comunicato stampa:

http://www3.ti.ch/CAN/comunicati/23-05-2014-comunicato-stampa-837012248039.pdf

Meglio tardi che mai!

Entra nel canale WhatsApp di Ticinonline.
NOTIZIE PIÙ LETTE