Da un recente studio gli effetti negativi sull'animale
Arriva da alcuni studi condotti da Adam Wilkins e Richard Wrangham, su una teoria proposta dal biologo cognitivo Tecumseh Fitch, una notizia che riguarda il mondo dei cani: l’addomesticamento non gioverebbe all’animale. Nonostante il cane possieda antenati predatori, nella sua versione domestica e addomesticata condivide con i suoi simili tratti e comportamenti affini.
Tratti di un’evoluzione lenta, che anche lo stesso Darwin aveva intercettato circa 150 anni fa. I mammiferi che dimostrano una forma di domesticazione appaiono più docili, mansueti, con una modifica del colore del manto, le orecchie cadenti e una riduzione del formato dei denti.
Anche il muso e il cranio cambiano forma, al pari della coda e delle orecchie. Presenti anche alterazioni a livello ormonale, della concentrazione di neurotrasmettitori, con dimensioni ridotte del prosencefalo e un atteggiamento più giocoso e infantile. La mansuetudine e l’addestramento dei primi cani selvatici deve aver favorito una selezione naturale verso gli esemplari più ubbidienti.