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BERNA/LUGANOPornografia estrema legalizzata, "Non ne sapevamo nulla"

17.07.14 - 06:03
Gli escrementi nei porno piacciono a pochi, ma il Parlamento li ha legalizzati a sua insaputa. Regazzi: "Obbrobbrioso e disgustoso", Quadri: "Che schifo, ma contenti loro contenti tutti"
Foto Ti-Press
Pornografia estrema legalizzata, "Non ne sapevamo nulla"
Gli escrementi nei porno piacciono a pochi, ma il Parlamento li ha legalizzati a sua insaputa. Regazzi: "Obbrobbrioso e disgustoso", Quadri: "Che schifo, ma contenti loro contenti tutti"

BERNA - Da qualche giorno fa discutere la revisione del codice penale che ha, dal primo luglio, legalizzato i film contenenti atti sessuali con escrementi umani. In molti si son detti: in Parlamento piace il pissing. Invece no. Raccogliendo le motivazioni che hanno spinto i parlamentari a questa svolta si è scoperto che nessuno, o quasi, si era avveduto del cavillo.

Una norma a protezione dei bambini – In realtà il testo votato e discusso in aula era l’adattamento del codice penale per aderire alla Convenzione del Consiglio d’Europa per la protezione dei minori. Un testo anti-pedofilia e pedo-pornografia, non una liberazione dell’urina nei porno se non per quel tratto di penna che nessuno ha notato che ha depennato le feci dalle pratiche vietate nell’hard. Per questo c’è stato grande sostegno alla misura da parte di sinistra, Liberali e Ppd. Contrari Udc e pochi altri.

Questione di commissioni – “Per me è una scoperta”, ci confida Ignazio Cassis, che come molti altri ha votato per la nuova norma. “È un tema molto specifico e gli specialisti nella commissione non avevano rilevato punti discutibili, così ho votato come avevamo deciso nel gruppo parlamentare”. Anche gli altri deputati ticinesi che abbiamo raggiunto ci spiegano che è tutta una questione di commissioni. Fabio Regazzi, nonostante si sia opposto alla modifica, ci conferma come un codicillo possa sfuggire: “Da inizio legislatura abbiamo fatto tremila votazioni: i temi che passano nella propria commissione li si conosce bene, ma quelli trattati dalle altre, a meno di un interesse particolare, è difficile che li si esamini così in dettaglio”. Non si può leggere tutto, anche perché “il nostro è un Parlamento di milizia”, gli fa eco Lorenzo Quadri.

Più che le feci, fece l’Europa – Lorenzo Quadri e Roberta Pantani, come Regazzi, hanno bocciato il testo in questione. Ma non perché si fossero avveduti della puzza di bruciato, è stato un altro il campanello d’allarme: “Non votare i trattati europei è sempre cosa buona e giusta – ci dice Quadri – perché alla fine c’è sempre il trucco”. È raro trovare qualcosa di positivo quando si firmano convenzioni con Bruxelles. La pensa così anche la collega di partito: “Su un aspetto così importante come la protezione dei bambini le norme europee non possono essere applicate in Svizzera. Poi una madre vota secondo coscienza”.

Possibile retromarcia? – “Bisognerà capire se c’è il margine di manovra per correggere il tiro”, ci spiega Ignazio Cassis. Quindi se sarà possibile farlo è probabile che se ne riparli. “Dubito che la questione finisca qui”. Così abbiamo chiesto ai nostri parlamentari quale potrebbe essere il loro voto se saranno chiamati a votare nuovamente solo sulla depenalizzazione di scat e pissing. Ecco le loro risposte:

Ignazio Cassis (Plr): “Ne vorrei discutere prima con il gruppo, ma così a caldo direi che ero favorevole alla legislazione precedente. Non sarei per la depenalizzazione, anche se ritengo che il genere vada trattato in modo diverso dalla pedopornografia, un reato ben più malvagio”.

Roberta Pantani (Lega): “Rimango dell’idea che queste norme non avrebbero dovuto essere applicate in Svizzera, voterei ancora no perché la ritengo una modifica totalmente inaccettabile”.

Fabio Regazzi (Ppd): “Mi vengono i brividi solo a pensarci. È una cosa talmente obbrobriosa e disgustosa che non sarebbe nemmeno da porre la domanda”.

Lorenzo Quadri (Lega): “Penso che su una questione del genere venga prima il senso della decenza che il codice penale. La vedo come una pratica assolutamente disgustosa, ma fatico a vederci un reato. Ovviamente se si è adulti e consenzienti. A me fa semplicemente schifo, ma qui siamo nel contenti loro contenti tutti”.

Pierre Rusconi (Udc): “Rivoterei quello che ho votato la prima volta. Non è ammissibile e non è accettabile, ritengo che c’è un limite alla decenza”.

Filippo Lombardi (Ppd): “Il tema mi lascia piuttosto freddo, se però fosse fatta una proposta per tornare al divieto la sosterrò”

Purtroppo non siamo riusciti a raggiungere gli altri consiglieri nazionali e agli Stati.

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