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CANTONEExpo 2015, respinto il ricorso di Bignasca

03.07.14 - 12:57
Il presidente dei Giovani leghisti aveva protestato contro la garanzia di un milione al fondo Swisslos per garantire la partecipazione ticinese alla manifestazione
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Expo 2015, respinto il ricorso di Bignasca
Il presidente dei Giovani leghisti aveva protestato contro la garanzia di un milione al fondo Swisslos per garantire la partecipazione ticinese alla manifestazione

BELLINZONA - Il Tribunale cantonale amministrativo (Tram) ha respinto il ricorso inoltrato da Boris Bignasca contro la conferma, manifestata lo scorso 18 giugno dal Consiglio di Stato, della partecipazione del Canton Ticino a Expo 2015.

 

La decisione del Tram è datata 1. luglio: la legittimazione a ricorrere degli istanti è stata negata dai giudici, che hanno rilevato "inoltre che «la decisione governativa non lede [… ] i diritti politici del ricorrente, i quali potranno essere liberamente e compiutamente esercitati» in occasione della votazione cantonale del prossimo 28 settembre". 

 

 

Bignasca, che ha inoltrato il documento a nome suo e della Lega dei Ticinesi, sosteneva che la decisione del Governo di fare ricorso ai fondi Swisslos fosse un escamotage per aggirare il referendum contro il credito cantonale di 3,5 milioni di franchi, in votazione popolare il prossimo settembre. La garanzia di 1 milione di franchi a carico della riserva del Fondo, sempre secondo il presidente dei Giovani leghisti, andrebbe a coprire spese che altrimenti sarebbero state nell'area di competenza del credito soggetto a referendum.

 

Il Consiglio di Stato aveva studiato un “piano B” che prevedeva una copertura da sponsorizzazioni private (che ammontano ad oggi ad alcune centinaia di migliaia di franchi), e dalla già citata garanzia finanziaria di un milione di franchi “a carico della riserva del Fondo Swisslos – che è destinato a svolgere anche questo genere di funzioni – per onorare i costi non coperti dai finanziamenti privati”.

 

Una decisione che il Governo ha dichiarato di aver preso “per salvaguardare la reputazione del nostro Cantone che – per ragioni geografiche, linguistiche, culturali e politiche – ha assunto il ruolo di coordinatore della presenza svizzera all’esposizione universale a Milano. Gli accordi già sottoscritti con i Cantoni partner e con la Confederazione verranno così rispettati”.

 

Un obbligo di fronte ai partner, come sostiene il Governo, o uno stratagemma, come sostenuto da Bignasca, per eludere la volontà popolare? I giudici cantonali hanno espresso il proprio parere. La vicenda, però, non dovrebbe chiudersi qui: Bignasca e la Lega hanno ancora due settimane di tempo per fare ricorso al Tribunale federale.

 

Il Consiglio di Stato ha comunicato nel frattempo di aver preso atto della sentenza.

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