Cerca e trova immobili

ATTUALITÀUE, sospiro di sollievo dopo le elezioni

28.05.14 - 11:03
Il controllo del Parlamento di Strasburgo rimane saldamente nelle mani dei due principali partiti
Foto Keystone
UE, sospiro di sollievo dopo le elezioni
Il controllo del Parlamento di Strasburgo rimane saldamente nelle mani dei due principali partiti

Dopo il nervosismo delle ultime settimane, l’esito delle elezioni per il Parlamento Europeo dovrebbe consentire ai mercati di tirare un sospiro di sollievo. Nonostante l’avanzata dei movimenti anti-europei, sia di destra sia di sinistra, il controllo del Parlamento di Strasburgo rimane saldamente nelle mani dei due principali partiti, il PPE, di centro-destra, ed il PSE, di centro-sinistra. Per la prima volta il Parlamento Europeo voterà il Presidente della Commissione UE, su proposta del Consiglio d’Europa, molto probabilmente Jean-Claude Juncker del PPE che con 214 seggi ha ottenuto la maggioranza relativa dei 751 seggi del Parlamento Europeo. Tuttavia, il ruolo della Commissione e dello stesso Parlamento nel processo legislativo europeo rimarrà relativamente subalterno rispetto al Consiglio d’Europa, espressione dei Capi di Stato europei. Pare inoltre piuttosto remota la possibilità che i movimenti anti-europei possano esercitare un ruolo di opposizione efficace alla luce delle idiosincrasie che li caratterizzano e che hanno, almeno finora, impedito la formazione di un unico gruppo parlamentare.

LUGANO - La maggioranza combinata dei partiti tradizionali dovrebbe quindi consentire che il processo legislativo avanzi senza particolari intoppi, come avvenuto durante le ultime legislature quando in circa il 75% delle circostanze PPE e PSE hanno votato allo stesso modo, fatto non sorprendente alla luce della provenienza politica dei disegni di legge. Tuttavia, almeno in linea di principio, il Parlamento potrebbe intervenire per “aggiustare” eventuali debolezze dei compromessi scaturiti all’interno del Consiglio: un esempio in questo senso è il recente iter dell’unione bancaria, anche se molto di più avrebbe potuto essere fatto per aumentare l’impatto del principio di solidarietà.

 

Al di là della conferma che il Parlamento Europeo non sarà controllato da una maggioranza anti-europea, scenario che sarebbe invero stato paradossale, un altro elemento che dovrebbe, a nostro parere, confortare gli animi degli investitori emerge dai risultati a livello nazionale. Nelle settimane immediatamente precedenti il voto la preoccupazione per le possibili ripercussioni a livello locale dei risultati delle elezioni europee aveva pesato sull’andamento dei mercati europei, ed in particolare di alcuni paesi dell’area mediterranea quali Italia e Grecia. Le urne hanno invece fornito risultati che dovrebbero scongiurare crisi politiche che potrebbero infiammare di nuovo l’incertezza sulle future scelte politiche più ancora che di politica economica in questi paesi e, di conseguenza, mettere sotto pressione le attività finanziarie di tutta l’area euro, seppure con diversa intensità.

 

Nel dettaglio, in Italia il Partito Democratico del Premier Renzi è risultato saldamente il primo partito con il 40.8% dei voti con un aumento di oltre 15pp rispetto alle politiche di febbraio 2013. Rispetto ad allora, il Movimento 5 Stelle arretra di oltre 4pp al 21.2%, mentre Forza Italia al 16.8%, seppure cedendo circa 5pp, ha evitato il tracollo che avrebbe potuto suggerire al suo leader Berlusconi che abbandonare il tavolo delle riforme istituzionali sia preferibile che continuare a partecipare al loro faticoso iter.

In Grecia, il partito di sinistra Syriza ed il suo leader Tsipras non hanno visto un significativo incremento delle preferenze rispetto alle elezioni politiche del 2012; tuttavia, con il 26.7% dei voti è ora il primo partito davanti a Nea Dimokratia, il principale partito della fragile coalizione di governo ed espressione del Primo Ministro Samaras che è arretrato al 22.8% da quasi il 30% due anni fa. Forse più importante ancora è stato il risultato dei socialisti del Pasok, partner di minoranza della coalizione di governo, che ha ottenuto l’8.7% dei voti, consolidando, nell’insieme, la legittimità dell’attuale governo greco nonostante la risicata maggioranza parlamentare, ridotta a soli due seggi.

 

La principale sorpresa è però venuta dalla Francia dove il partito di destra ed anti-euro Front Nationale di Marine Le Pen è risultato il primo partito con il 25% dei voti davanti all’UMP di centro-destra, fermo al 20.3% mentre il partito socialista del Presidente Hollande crolla al 14.7%. Tuttavia, il governo in carica non dovrebbe correre rischi, anche se impopolare, e la legislatura dovrebbe proseguire, anche non si possono escludere elezioni anticipate prima della fine naturale della legislatura nel 2017, ma non prima del prossimo anno.

 

Quali le implicazioni per i mercati finanziari? La più rilevante, ci pare, sia per i mercati periferici, sia obbligazionari sia azionari. Così come l’incertezza aveva indotto gli operatori ad alleggerire l’esposizione nelle ultime sessioni, anche per monetizzare gli ingenti guadagni conseguiti da inizio anno, la conferma dello status quo, per quanto non ottimale, dovrebbe richiamare i flussi verso questi mercati. Sul fronte valutario, invece, le implicazioni per l’euro dovrebbero essere favorevoli in virtù della minore incertezza, ma non va dimenticato che si avvicina l’appuntamento con la prossima riunione della BCE dalla quale sono attese importanti novità in senso espansivo.

 

Per avere informazioni sempre aggiornate sui mercati finanziari clicca qui per iscriverti alla nostra Newsletter settimanale.

 

 

 

Entra nel canale WhatsApp di Ticinonline.
NOTIZIE PIÙ LETTE