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BERNAUeli Maurer è sicuro: "Vinceremo"

25.04.14 - 07:26
22 nuovi caccia, 3 miliardi e 126 milioni di franchi. Intervista di 20 Minuti al consigliere federale Udc Ulrich Maurer
Foto d'archivio (Keystone)
Ueli Maurer è sicuro: "Vinceremo"
22 nuovi caccia, 3 miliardi e 126 milioni di franchi. Intervista di 20 Minuti al consigliere federale Udc Ulrich Maurer

BERNA - Onorevole Maurer dorme sonni tranquilli in questi giorni ?
"Grazie, dormo sempre bene. Perché si preoccupa?"

I sondaggi mostrano che il popolo sembra essere nettamente contro i Gripen: in un sondaggio di 20 Minuten ben il 61% degli intervistati era contro l’acquisto.
"A quanto pare avete un lettorato che dobbiamo ancora convincere (ride, ndr). La campagna è dura, questo è innegabile. Ma sono sicuro che vinceremo".

Ci scommetterebbe? Una bottiglia di vino?
"Sì, affare fatto".

Si mostra molto sicuro. Ma dopo il caso della trasmissione Rundschau molti avversari dei Gripen ritengono che si sia toccato un suo nervo scoperto.
"Non è così, le campagne elettorali mi piacciono molto. Però talvolta mi stupisce quanto venga amplificata la questione se qualcuno osa criticare un giornalista".

È ancora convinto di tutte le dichiarazioni che ha rilasciato in quell’intervista?
"Sì, naturalmente. Credo di essere stato anche troppo mansueto (ride, ndr). Ho semplicemente sfruttato l’occasione per esprimere il mio parere".

Quali reazioni ha avuto dopo la trasmissione?
"Sono stato letteralmente inondato di feedback positivi. La gente mi ha fermato per strada e ho ricevuto innumerevoli email di sostegno. A proposito, anche i commenti sul vostro giornale (20min.ch, ndr) erano positivi all’80 percento".

Ha accusato la Srf nel servizio sui Gripen di essere stata tendenziosa. Qual è il confine tra una critica e un giornalismo tendenzioso?
"È tendenzioso se si permette solo agli oppositori di parlare in un servizio e se questo non è chiaramente detto. Quando una trasmissione invita quale esperto un oppositore dell’esercito noto in tutta Europa, sta portando avanti un programma politico. Inoltre, chiunque abbia un po’ di familiarità con la politica di sicurezza sa che non è possibile confrontare le Forze aeree svizzere con quelle austriache".

Cosa c’è di così sbagliato in questo confronto? È il nostro vicino orientale, è un paese simile per dimensione, è neutrale – loro hanno solo 15 Eurofighter.
"Bisogna conoscere la storia: all’Austria dopo la seconda guerra mondiale è stato vietato di avere un esercito fino al 1955 e soltanto dopo ha potuto ricostruirlo. In più fino al 1990 era imposto un divieto di avere missili – un aereo senza missili non è un aereo da caccia".

La Svizzera ha davvero bisogno di velivoli in grado di attaccare altri jet o bersagli al suolo?
"Abbiamo bisogno dei Gripen, altrimenti si formerebbe in cielo un enorme buco di sicurezza. Un caccia non spara solo, ma controlla, mette in sicurezza lo spazio aereo, per esempio durante una conferenza. Può guidare un altro aereo, isolarlo o mettersi in contatto con lui. Il traffico aereo è ogni anno più denso, deve essere controllato, così come il traffico a terra. In questo modo si possono evitare collisioni il cui risultato sarebbero centinaia di morti. Compriamo i velivoli soprattutto per questo e non per una guerra nei cieli".

In un conflitto aereo avremmo in ogni caso qualche chance?
"Dovremmo avere almeno 80 nuovi caccia invece che 22, allora potremmo avere qualche possibilità. D'altronde abbiamo i migliori piloti. Non prevediamo un attacco da parte di caccia da combattimento, ma dobbiamo mantenere il nostro know-how. Basta guardare alla Crimea per capirne il perché".

Cosa intende con questo?
"La situazione ucraina mostra semplicemente che la pace eterna non è scoppiata. Il conflitto Est-Ovest divampa di nuovo e come continuerà nessuno lo sa. Se pensate che 100 anni fa è bastata una scintilla nella polveriera per provocare una guerra mondiale. Non c’è nessuna garanzia che a nessuno dei potenti saltino mai i nervi. La situazione attuale vede una Russia molto ben armata che svetta sull’Occidente, che nel frattempo ha smantellato".

Quindi il disarmo dell’Occidente è stato un errore?
"Secondo me sì, si è puntato troppo al disarmo. Questo è ciò che ormai sostiene anche la Nato. La sicurezza non è mai scontata e chi non è in grado di difendersi ha pescato il legnetto più corto".

Il governo svedese ha recentemente deciso di aumentare il budget della difesa proprio a causa della minaccia russa. La Svizzera deve seguire l’esempio?
"La Svezia è molto più vicina alla Russia, per questo non possiamo paragonare direttamente le due situazioni. Ma negli scorsi anni abbiamo scoperto che abbiamo nuovamente bisogno di un sistema di mobilitazione, con cui poter garantire un impiego più rapido delle truppe. Questo sarà previsto all’interno della riforma dell’Esercito".

Per quale genere di conflitto ci stiamo preparando?
"La popolazione mondiale è in continua crescita, servono sempre più risorse. Credo che questo conflitto per l’energia e lo spazio dominerà i prossimi anni. Prenda l’esempio della Russia, che, grazie al petrolio, investe nell’Artico o nel vicino Oriente: chi possiede le risorse ha il potere. Inoltre esiste la possibilità di attacchi cibernetici. I conflitti in futuro avranno un altro aspetto, ma la probabilità che ve ne possano essere tornerà a crescere. Se pensa al caso Snowden, siamo già nel pieno di un conflitto: le persone vengono spiate e, presumibilmente, con le conoscenze acquisite vengono anche influenzate".

Ma le armi tradizionali come i caccia sono la giusta risposta a scenari di questo tipo?
"Con i 22 Gripen non facciamo ne di più ne di meno che garantire la sicurezza quotidiana nei cieli. Naturalmente ci impegnamo anche nell’ambito delle difese informatiche: investiamo in una rete più sicura, che non si possa crackare, e in centri di ricerchi in cui non si possa penetrare".

Ha parlato di compiti di polizia dei cieli: secondo il rapporto dell’Esercito 2010 gli F/A 18 sono più che sufficienti.
"Gli F/A 18 sono sufficienti per i servizi di polizia, ma se non vi sarà una sostituzione solo fino al 2025".

Il Capo dell’Esercito André Blattmann ha detto nell’autunno 2012 che gli F/A 18 resteranno in servizio  almeno fino al 2035, forse addirittura fino al 2040. Perciò i contrari ai Gripen la accusano di creare il panico.
"André Blattmann è partito dall’ipotesi che i Gripen siano introdotti. Se siamo in grado di acquistare i nuovi velivoli, gli F/A 18 saranno utilizzati di meno e potranno volare anche dopo il 2025. È come se si hanno due auto, non si usa sempre la stessa".

Nelle precedenti votazioni riguardanti la politica di sicurezza l’Esercito non ha mai dovuto temere. Perché questa volta è diverso?
"Finora ci sono state soprattutto iniziative da parte degli avversari dell’Esercito. Le iniziative hanno un carattere diverso rispetto a un referendum. A ciò si aggiungono anni di favole raccontati sulla questione. Ma il 18 maggio vinceremo, non c’è dubbio".

In caso contrario cosa accadrebbe ai 3,126 miliardi per i Gripen?
"In quel caso dovremmo investire in altri sistemi dell’Esercito. Potremmo semplicemente accelerare altri progetti. Per esempio la difesa contraerea".

Gli oppositori del Gripen vorrebbero incanalare il denaro verso l’istruzione, la sicurezza sociale o i mezzi pubblici. I sondaggi mostrano che questa argomentazione è sposata anche da molti cittadini che sono critici nei confronti dei nuovi caccia.
"Questo argomento lo portano quelle persone che da anni vogliono indebolire o smantellare l’Esercito. I tre miliardi vengono dalle casse dell’Esercito e, quindi, appartengono anche all’Esercito. Inoltre se si distribuiscono tre miliardi su 30 anni, si parla di 100 milioni l’anno. Sono 14 centesimi per ogni 100 franchi speso dalla Confederazione. Non potrebbero mettere a posto i conti dell’Avs o l’istruzione, ma sono un importante contributo per la sicurezza del Paese".

Secondo i calcoli degli oppositori, compresi di manutenzione i Gripen arriverebbero a costare fino a 10 miliardi.
"Questo numero è assolutamente sbagliato. Sappiamo quanto costano la benzina, i salari dei pilori e le spese di manutenzione dei Gripen. Ci aspettiamo che per tutta la loro vita costeranno 6 miliardi, ossia 28 centesimi per ogni 100 franchi che escono dallo Stato".

Lei sta lottando con molta passione per questo tema, indossa addirittura una spilletta del Gripen sul bavero. È un portafortuna?
"Ne vuole uno anche lei? (Ride, ndr). La indosso sempre. Non è un portafortuna ma un modo per entrare in contatto con le persone. Non lo toglierò più almeno fino al 18 maggio".

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