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AARBURGArrivano 90 asilanti. "Temiamo per i nostri figli" e la cittadina si mobilita

24.04.14 - 09:00
L'arrivo di 90 nuovi richiedenti l’asilo desta vivaci preoccupazioni in una cittadina argoviese dalla complessa situazione sociale
Keystone
Arrivano 90 asilanti. "Temiamo per i nostri figli" e la cittadina si mobilita
L'arrivo di 90 nuovi richiedenti l’asilo desta vivaci preoccupazioni in una cittadina argoviese dalla complessa situazione sociale

AARBURG - Questo primo maggio ad Aarburg, paese di circa settemila anime del canton Argovia, è previsto l’arrivo di 90 nuovi richiedenti l’asilo e gli abitanti sono sul piede di guerra.

Gli asilanti verrebbero accolti all’interno di uno stabile di recente ristrutturazione. Nella cittadina i profughi sono già 34 il che, se il trasferimento si farà per davvero, porterebbe il totale a 124, un numero che desta molte preoccupazioni fra gli autoctoni. «È ingiusto, ci sono molti altri comuni che potrebbero aprire loro le porte» commenta il sindaco Hans-Ulrich Schär.

La rabbia deriva anche dal fatto che lo stesso Cantone aveva garantito che, dopo quelli già presenti, Aarburg non avrebbe più dovuto ospitare altri asilanti. Una promessa, evidentemente, non mantenuta. I timori per possibili ripercussioni a livello sociale, ci sono. Il sindaco teme, infatti, che finisca per crearsi un ghetto composto da diversi gruppi non integrati. La città, che ha già un 42% di abitanti stranieri, finirebbe per ospitare il 10% dei richiedenti di tutto il cantone. Sono probabili anche negative ripercussioni economiche e una perdita di valore immobiliare. Schär, quindi, ha invitato i concittadini attraverso i microfoni di Radio Argovia ad un moto popolare di orgoglio alla guisa di Bettwil, dove i cittadini difesero con successo il loro veto contro una già pianificata sistemazione. La risposta è arrivata attraverso i social network dove un gruppo di 718 abitanti ha organizzato una grigliata politica per protestare. Intanto sui balconi delle case cominciano ad apparire dei manifesti decisamente forti: «Abbiamo sempre più paura per i nostri figli. Dobbiamo per forza farcela piacere?».

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