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LUGANO/AMBRÌHirschi e Duca in coro: "Siamo vaccinati contro il morbillo"

24.04.14 - 06:26
I capitani di Lugano e Ambrì hanno rilasciato alcune dichiarazioni a proposito di questa malattia infettiva potenzialmente mortale non ancora debellata in Svizzera
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Hirschi e Duca in coro: "Siamo vaccinati contro il morbillo"
I capitani di Lugano e Ambrì hanno rilasciato alcune dichiarazioni a proposito di questa malattia infettiva potenzialmente mortale non ancora debellata in Svizzera
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LUGANO/AMBRÌ - I capitani di Lugano e Ambrì, Steve Hirshi e Paolo Duca, sono stati interpellati a proposito di una malattia infettiva potenzialmente mortale: il morbillo. 

Questa malattia puó portare a delle gravissime conseguenze, visto l'altissimo tasso di mortalità: un malato su dieci ha delle complicazioni, uno su 3’000 muore e non esistono medicamenti per curarla.

Il morbillo - se dovesse esserci un caso di contaminazione - potrebbe contagiare gli spogliatoi di ogni associazione sportiva, dal momento che il virus si contrae attraverso la saliva e il contatto umano.

In Europa, in Africa e nel territorio del Mediterraneo esistono ancora importanti focolai di malattia. In queste regioni, e anche da noi in Svizzera, rimane una minaccia che è peró possibile sconfiggere. Come? Basta far vaccinare i bambini e verificare che gli adulti lo siano stati.

Paolo Duca, Steve Hirschi, avete mai contratto il morbillo?
Paolo Duca (PD): "Non lo so, non credo".
Steve Hirschi (SH): "No, mai".

Siete stati vaccinati contro il morbillo?
PD: "Sì, lo siamo stati tutti in famiglia".
SH: "Sì da bambino. Tutta la mia famiglia lo è. Per noi era una cosa normale".

Avete già perso partite importanti per una malattia infettiva?
PD: "No".
SH: "Sì è successo, per esempio a causa di influenze intestinali. È scocciante, ma è normale che nel corso della vita capiti di ammalarsi".

Lo sapevate che il morbillo è potenzialmente mortale?
PD: "Sì".
SH: "Sì, credo con un’incidenza di una persona su tremila".

Lo sapevate che in Svizzera il morbillo non è ancora stato debellato?
PD: "Sì, so che durante gli europei di calcio del 2008 alcuni paesi sconsigliavano di venire in Svizzera proprio per questo motivo. E questo è proprio dovuto al fatto che molti ancora non si sono ancora vaccinati".
SH: "Sì, se non sbaglio in America e in Finlandia la malattia è stata debellata, mentre in Svizzera ancora no. Ho letto che lo scorso anno ci sono stati diversi focolai di malattia nel nostro Paese".

Cosa significa oggi la medicina nella vita di uno sportivo?
PD: "La medicina nella vita di un giocatore di hockey ha la stessa influenza come per chiunque altro. È chiaro che ogni tanto siamo confrontati con ferimenti, ma non siamo certo alla costante ricerca di possibili metodi medici di supporto. Andiamo dal dottore quando abbiamo l’impressione di essere malati o feriti, come tutti".
SH: "È sicuramente molto importante, ovviamente quando si tratta di ferimenti. Ma per quanto riguarda le malattie, io cerco di prevenirle ad esempio migliorando e modificando la mia alimentazione. Quando questo non basta più, ovviamente vado dal dottore. Però i risultati migliori li ho avuti con l’alimentazione. Quando avevo problemi con l’asma ad esempio, modificando ciò che mangiavo ho risolto il problema".

Cosa fa una squadra per evitare di ammalarsi in periodo di epidemie, ad esempio di influenza?
PD: "Quando qualcuno all’interno della squadra è malato, per prima cosa non deve venire in spogliatoio e non ritorna fino a quando non è guarito completamente. Poi ci dicono di lavare le mani dopo aver salutato con una stretta di mano gli avversari a fine partita. Io personalmente non l’ho mai fatto".
SH: "Quando circola una malattia all’interno della squadra è difficile evitare di ammalarsi. È importante che appena uno di noi si ammala rimanga a casa e che aspetti di essere guarito bene prima di riprendere ad allenarsi, proprio per evitare che si ammalino tutti".

Cosa fai quando sei malato?
PD: "Dipende dalla malattia. Diciamo che sono uno di quei pazienti che a 37 gradi si sente come altri a 39… Decisamente fuori combattimento, come la stragrande maggioranza degli uomini che conosco, che poi vengono irrimediabilmente presi in giro dalle donne, che invece a 37 gradi non hanno ancora niente. Però devo dire che mi ammalo raramente".
SH: "Sono un tipo abbastanza attivo. Non me ne sto a letto. Non mi alleno, ma cerco di muovermi comunque. Bevo molto e cerco di mangiare, anche se non ho appetito".

All’interno della squadra siete tutti vaccinati?
PD: "Non lo so".
SH: "Direi che in generale una metà circa sì. C’è chi è contrario e chi invece sceglie di vaccinarsi".

Le vaccinazioni sono un tema all’interno della squadra?
PD: "Ci chiedono regolarmente se vogliamo fare il vaccino antinfluenzale, ma sono pochissimi quelli che lo fanno. Quest’anno mi sembra un paio".
SH: "No, direi di no. Possiamo fare il vaccino antinfluenzale una volta all’anno ma è una libera scelta di ogni singolo giocatore". 

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