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SIRIADopo 50 anni, torna un candidato comunista alle presidenziali

23.04.14 - 21:25
Il candidato comunista è Maher Hajjar, 46 anni, un deputato originario di Aleppo, metropoli del nord per oltre metà controllata dagli insorti
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Dopo 50 anni, torna un candidato comunista alle presidenziali
Il candidato comunista è Maher Hajjar, 46 anni, un deputato originario di Aleppo, metropoli del nord per oltre metà controllata dagli insorti

DAMASCO - Per la prima volta dopo più di mezzo secolo un comunista ha presentato la propria candidatura per le elezioni presidenziali siriane del 3 giugno, che consentiranno - almeno sulla carta - la partecipazione di più sfidanti al potere dell'attuale raìs Bashar al Assad. Non accadeva dalla fine degli anni 50 e il presidente del Parlamento ha annunciato oggi di aver ricevuto dalla Corte costituzionale la prima richiesta di candidatura per le consultazioni.

Queste vedranno la vittoria certa dell'attuale presidente Bashar al Assad. E si terranno in un Paese devastato dal conflitto intestino, dove circa metà della popolazione ha dovuto abbandonare le proprie case e dove più di 150mila persone sono morte nelle violenze in corso da oltre tre anni.

Il candidato comunista è Maher Hajjar, 46 anni, un deputato originario di Aleppo, metropoli del nord per oltre metà controllata dagli insorti. Hajjar è un ex membro dell'ala del partito comunista asservita al regime di Damasco. Sin dagli anni '60, con l'avvento al potere del partito 'arabo socialista' Baath, il partito comunista siriano - Pcs, un tempo uno dei più influenti del mondo arabo - fu vittima di persecuzioni da parte del regime, guidato dal 1970 da Hafez al Assad, padre dell'attuale presidente.

Per mostrare l'apertura al pluralismo politico, Assad padre dette vita a un raggruppamento di partiti satelliti del Baath, tra cui figurava l'ala filo-regime del Pcs. Di questa Hajjar ha fatto parte dal 1984 (da quando aveva 16 anni) al 2000, l'anno in cui Bashar al Assad ha ereditato il potere.

L'altra ala del Pcs era già in clandestinità e numerosi suoi membri sono stati incarcerati per anni. Oggi, le regole imposte dalle autorità di Damasco per la presentazione delle candidature escludono di fatto ogni potenziale rivale di peso alla figura di Assad.

La legge elettorale del marzo scorso e la costituzione del 2012 prevedono che il candidato abbia la nazionalità siriana di nascita e da parte di entrambi i genitori, anch'essi siriani alla nascita. Inoltre, il candidato non deve avere accuse pendenti, non deve esser sposato con una non siriana (il testo parla solo al maschile, quindi sono escluse le donne), deve risiedere in Siria in maniera continuativa da almeno dieci anni e deve avere pieno diritto di voto.

Così si escludono tutti i siriani che non possono rinnovare i propri documenti di identità, emessi secondo nuove regole e in un contesto in cui la metà dei registri anagrafici siriani - secondo fonti ufficiali - sono andati distrutti. E si escludono anche gran parte dei membri delle opposizioni in esilio e in patria: o perché vivono all'estero, o perché sono sposati con non siriane; o perché su di loro pendono condanne per "terrorismo" o perché i loro fondi in patria sono stati congelati dal regime.

Il candidato deve essere inoltre sostenuto per iscritto da almeno 35 deputati (su un totale di 250) e ciascun parlamentare può esprimere il suo appoggio solo a un candidato. Tenendo conto che il Baath e i partiti satelliti controllano l'assemblea legislativa, è di fatto impossibile per un vero oppositore presentarsi come candidato.

ats

 

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