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LUGANO"Il boogie woogie? È nel mio dna"

24.04.14 - 07:00
Silvan Zingg si prepara a dare alle stampe il suo nuovo album, "Piano Solo – Live & Studio".
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"Il boogie woogie? È nel mio dna"
Silvan Zingg si prepara a dare alle stampe il suo nuovo album, "Piano Solo – Live & Studio".

LUGANO - E lo farà in occasione della tredicesima edizione del suo International Boogie Woogie Festival - in programma a Lugano da domani a domenica - che quest’anno, per la prima volta, si tinge interamente di rosa: infatti, a calcare il palco con Zingg nella serata di sabato al Palazzo dei Congressi, sei pianiste, che porteranno alle nostre latitudini talento e virtuosismo da vendere. I nomi? Jan Preston (Australia), Sue Palmer (Usa), Wendy DeWitt (Usa), Deanna Bogart (Usa), Janie Noële Héliès (Francia) e Elena Tourbina (Russia).

Ma torniamo alla sua nuova produzione discografica: “Inizialmente doveva essere un album a carico del mio trio, che condivido da sempre con Nuno Alexandre (contrabbasso) e Valerio Felice (batteria)”, mi spiega Zingg. “Ma un infortunio, avvenuto pochi giorni prima delle sessioni di registrazione, ha costretto Nuno a tre settimane di pausa forzata…”, aggiunge. “Così, ho deciso di dare alla luce un album in veste solista: il disco raccoglie cinque tracce incise durante una performance del 2 marzo 2013 in una sala da concerto a Prangins, nel Canton Vaud, e otto registrate nel medesimo locale, senza pubblico, però, il 29 marzo scorso. In entrambe le occasioni ho utilizzato un Bösendorfer Imperial, il migliore pianoforte al mondo…”.

In tutto otto composizioni originali, tra cui “Blues for Claude”: “Si tratta di un brano che ho voluto dedicare a un carissimo amico, Claude Nobs, il fondatore del Montreux Jazz Festival scomparso lo scorso anno…”. “Purtroppo, nella registrazione manca la sua armonica blues… Adoravo suonare con lui, mi manca molto, era una persona davvero straordinaria…”. Le altre cinque tracce sono rielaborazioni, “rigorosamente in chiave blues e boogie woogie”, sottolinea Zingg. Tra di esse figura “What a Wonderful World”, brano di rara bellezza che Louis Armstrong portò al successo nel 1967: “Come per “Hymn To Freedom” di Oscar Peterson, ho voluto inserire questa composizione all’interno della tracklist del disco su grande richiesta dei miei fan… Sono due brani che adoro suonare alla fine dei miei concerti, con l’intento di calmare le acque dopo oltre due ore di boogie woogie incandescente…”.

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