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CITTÀ DEL VATICANOL'appello del Papa: "Basta guerre e fame dovuta ai nostri sprechi"

21.04.14 - 19:37
Oggi, Lunedì dell'Angelo, il Pontefice ha spiegato ai fedeli il vero significato della Risurrezione
Foto Keystone
L'appello del Papa: "Basta guerre e fame dovuta ai nostri sprechi"
Oggi, Lunedì dell'Angelo, il Pontefice ha spiegato ai fedeli il vero significato della Risurrezione

CITTÀ DEL VATICANO - La "gioia" della Pasqua "non è un 'maquillage'": deve trasparire "nella nostra vita" e irradiarsi "nei pensieri, negli sguardi negli atteggiamenti, nei gesti e nelle parole". Farsi testimoni della Risurrezione, ha detto oggi papa Francesco al Regina Caeli - la preghiera che in questo tempo pasquale sostituisce l'Angelus -, significa "portare un 'raggio' della luce del Risorto nelle diverse situazioni": sia in quelle felici, "rendendole più belle e preservandole dall'egoismo", sia in quelle dolorose, "portando serenità e speranza".

Il messaggio pasquale, quella "gioia piena di stupore" che si diffuse tra i discepoli alla notizia della Risurrezione, per Bergoglio deve quindi pervadere la vita dei cristiani, diventando anche un mandato etico.

Oggi, Lunedì dell'Angelo, ripetendo ai fedeli che "Cristo è risorto! È veramente risorto! È fra noi, qui, in piazza", ha tratto dall'evento pasquale un messaggio per la vita di tutti, consigliando anche in questa settimana di "prendere il Vangelo, cercare i capitoli dove si parla della Risurrezione, e leggere ogni giorno un brano di quei capitoli".

Ieri, invece, nella benedizione Urbi et Orbi dalla loggia centrale della basilica, il significato della Risurrezione prendeva corpo in un forte appello per la fine di ogni conflitto in corso nel mondo, in primo luogo quello nella "amata Siria", e perché venga sconfitta la "piaga della fame", inasprita sia dalle guerre sia dagli "immensi sprechi di cui spesso siamo complici": ancora una volta la pace, quindi, e l'aiuto alle popolazioni che soffrono al centro delle attenzioni e dei richiami di Bergoglio.

Dinanzi a una folla di circa duecentomila persone, ieri il Papa si è rivolto a Gesù risorto per invocare aiuto a "sconfiggere la piaga della fame, aggravata dai conflitti e dagli immensi sprechi si cui spesso siamo complici". A "proteggere gli indifesi, soprattutto i bambini, le donne, gli anziani", soprattutto se "oggetto di sfruttamento e abbandono".

Ha esortato a curare i colpiti dall'epidemia di ebola in Africa, come da ogni malattia favorita dall'incuria e dalla miseria. Ha ricordato le "numerose persone sequestrate, sacerdoti e laici" (ne fa parte anche il confratello gesuita padre Paolo Dall'Oglio, di cui dalla fine di luglio non si hanno più notizie in Siria), e ha invocato "conforto" per i migranti, che lasciano i propri Paesi sperando "in un futuro migliore", in una maggiore "dignità", e anche spesso per poter "professare liberamente la propria fede".

Quindi il suo accorato appello di pace. "Ti preghiamo, Gesù glorioso, fa cessare ogni guerra, ogni ostilità grande o piccola, antica o recente!", ha esclamato. Bergoglio ha fatto riferimento in particolare alla "amata Siria", perché chi soffre possa ricevere aiuti umanitari e "le parti in causa non usino più la forza per seminare morte, soprattutto contro la popolazione inerme", ma "abbiano l'audacia di negoziare la pace, ormai da troppo tempo attesa!". Formulati auspici anche contro le "violenze fratricide" in Iraq e perché abbia esito positivo la ripresa dei negoziati tra Israeliani e Palestinesi. Il Papa ha chiesto quindi la fine degli scontri nella Repubblica Centrafricana, degli attentati in Nigeria, delle violenza in Sud Sudan. E anche "riconciliazione e concordia fraterna" in Venezuela. La concomitanza della Pasqua cattolica e di quella ortodossa, infine, ha dato spunto ecumenico alla preghiera di "illuminare e ispirare iniziative di pacificazione in Ucraina", perché - ha affermato il Pontefice - "tutte le parti interessate, sostenute dalla comunità internazionale, intraprendano ogni sforzo per impedire la violenza e costruire, in uno spirito di unità e di dialogo, il futuro del Paese".

ats

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