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STATI UNITII big di Silicon Valley sott'accusa per il 'patto' anti-salari

21.04.14 - 21:33
Sulla loro testa una class action da 3 miliardi di dollari
Foto d'archivio (Keystone)
I big di Silicon Valley sott'accusa per il 'patto' anti-salari
Sulla loro testa una class action da 3 miliardi di dollari

WASHINGTON - Un patto segreto per azzerare ogni passaggio dei propri dipendenti da un'azienda a un'altra, bloccando così di fatto i loro stipendi. È l'accusa avanzata da circa 64mila lavoratori ai giganti della Silicon Valley, da Google a Apple, da Intel a Adobe, che si trovano ora nel mirino dei giudici della Contea di San José, in California.

In particolare, sulla loro testa pesa una class action (denuncia collettiva), che se avrà successo costringerà loro a pagare un risarcimento record, di 3 miliardi di dollari. Tanto che molti osservatori sono convinti che faranno di tutto per arrivare un patteggiamento ed evitare così il processo pubblico.

Secondo molti documenti istruttori, i 'big' dell'Hi Tech avrebbero stabilito una sorta di 'tregua' per aggiudicarsi i talenti dei loro esperti e non lasciarli andare via. Insomma, un patto di non aggressione, raggiunto durante diverse riunioni riservate tra i grandi capi di questi colossi, come risulta da alcune mail diffuse da un sito Pando.com. Si tratta di materiale decisamente imbarazzante, sottolinea Bloomberg, che getta sospetti anche sul fondatore della Apple, Steve Jobs, accusato di aver dato in qualche modo il via a questo tipo di collusione.

Secondo queste carte, proprio Jobs, nel 2005, avrebbe chiamato il co-fondatore di Google, Sergel Brin, minacciandolo di scatenare una "guerra", se avesse assunto un certo numero di dipendenti Apple. A quel punto, Google chiese aiuto a Bill Campbell, uno dei direttori della Apple, per stringere il patto. Più tardi, però, un cacciatore di teste, sempre di Google venne licenziato, proprio per aver violato quell'accordo.

Sempre secondo queste carte, pare però che Facebook, si sia rifiutato ogni offerta di far parte del 'cartello' che sarebbe andato avanti tra il 2005 e il 2009. Il processo è programmato il 24 maggio. Tuttavia, non si dovrebbe arrivare al giudizio, visto che sembra che i tentativi di trovare un accordo tra le parti sembra stiano facendo molti progressi. Ma in mancanza di patteggiamento, l'ammontare di 3 miliardi potrebbe essere triplicato, secondo le regole dell'Antitrust. Si arriverebbe così alla cifra record di 9 miliardi. A quel punto, a ogni lavoratore che ha fatto ricorso entrerebbero in tasca circa 140mila dollari.

ats

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