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LUGANORevoca Peran, l'assemblea si spacca in due

17.04.14 - 21:18
Passa, ma di poco, la richiesta della direzione di espellere l'avvocato, rinviato a giudizio per diversi reati patrimonali, dalla direzione del PS di Lugano
Foto Tio.ch
Revoca Peran, l'assemblea si spacca in due
Passa, ma di poco, la richiesta della direzione di espellere l'avvocato, rinviato a giudizio per diversi reati patrimonali, dalla direzione del PS di Lugano

LUGANO - Chi pensava che l'espulsione di Xenia Peran dalla direzione del Partito Socialista di Lugano fosse una semplice formalità dovrà ricredersi.

L'assemblea straordinaria convocata giovedì sera al palazzo dei Congressi, a due settimane dallo scoppio del caso Xenia Peran, rinviata a giudizio alle Assise Criminali per diversi reati patrimoniali, è stata chiamata per esprimersi sulla revoca dell'avvocato quale membro di Direzione eletto il 7 novembre del 2013.

"Garantisti" contro "linea dura" -  Venticinque i partecipanti a un'assemblea che si è confrontata con un dibattito che ha visto da una parte lo schieramento dei "garantisti" ossia coloro che dissentivano dalla linea proposta dalla direzione di espellere Xenia Peran dalla direzione del PS di Lugano, sostenendo la soluzione della sospensione, e dall'altra i sostenitori della relazione del presidente Raoul Ghisletta che - come ha dichiarato - necessitava della soluzione "di un problema etico che non si può sorvolare".

Filippo Zanetti, il compagno Mainini e Chiara Orelli contro Raoul Ghisletta - E' stato il presidente del PS di Lugano a spiegare che, nonostante i vari tentivi d'incontro da parte della direzione socialista luganese, da parte di Peran non vi sarebbe stata più nessuna risposta da quel 3 aprile, data in cui è stato reso pubblico il coinvolgimento dell'avvocato nell'inchiesta del ministero pubblico ticinese. "Non esiste ancora nessuna condanna, è vero, ma qui ci troviamo di fronte a un problema che non possiamo nascondere sotto il tappeto, perché potrebbe risultare lesivo per il Partito" ha dichiarato Ghisletta di fronte alla fronda degli scettici che non hanno mancato di esprimere le proprie perplessità per una richiesta della direzione, considerata pericolosa e che "lede - come ha osservato Filippo Zanetti - uno dei cardini fondamentali su cui si basa il diritto, ossia il principio del "in dubio pro reo". Il giovane studente in giurisprudenza, mettendo in dubbio la possibilità data dallo statuto di revocare il mandato di direzione in questi casi, ha chiesto cosa succederebbe se l'avvocato dovesse essere assolta dai reati a lei contestati: "Cosa faremo? Le chiederemo scusa? La reintegreremo?". Secondo Zanetti la soluzione migliore sarebbe stata non la revoca, bensì una sospensione, in attesa che la giustizia facesse il suo corso. Ad appoggiare la proposta di sospensione vi è stata anche Chiara Orelli, donna di cultura e direttore dell'edizione italiana del Dizionario Storico della Svizzera, e Giorgio Mainini, che ha applaudito l'intervento di Zanetti, sostenendo, addirittura, che in caso di assoluzione di Peran, il partito correrebbe il rischio di fare "una figura da cioccolataio".

Roic appoggia la linea della direzione - Il dibattito ha avuto sprazzi di confronto animato e acceso, con Sergio Roic, sostenitore della linea della direzione, che si è alzato e si è diretto verso Mainini per chiarirsi su un precedente piccolo battibecco. Lo scrittore nato a Sebenico, città dalmata affacciata sull'Adriatico che per secoli appartenne a Venezia, nel difendere e sostenere la proposta della direzione, ha ricordato la richiesta a Peran, avvenuta a tre riprese da parte della direzione, di un incontro chiarificatore: "Una volta ci ha detto di sì e poi ci ha bidonato" - ha aggiunto.

I grandi assenti - E restando sul tema degli assenti, questa sera mancavano sia Xenia Peran, sia la candidata alla sua sostituzione, Maria Grazia Talarico, docente alla Csia e residente a Molino Nuovo. 

"Etica al di sopra di tutti gli statuti" - Ghisletta, prima di dare la parola ai partecipanti all'assemblea ha dichiarato, rispondendo a Zanetti e a tutti coloro che chiedevano la sospensione in attesa di giudizio, "che nel PS l'etica va al di sopra degli statuti. Il membro di direzione dovrebbe fare un passo indietro e non l'ha fatto. In questi casi la sinistra chiede di lasciare le cariche che vengono ricoperte proprio per un ragionamento squisitamente di opportunità politica. Noi, come sezione locale ci occupiamo di problemi inerenti alla nostra realtà, come le mense, gli alloggi, l'occupazione e siamo qui stasera perché vogliamo preservare la credibilità della direzione del Partito Socialista di Lugano". Anche il Municipale Cristina Zanini-Barzaghi ha voluto sottolineare che la decisione chiamata a prendere dai convenuti non è quella di "espellere Xenia Peran dal partito, bensì di revocare la carica di membro di direzione, che in questo momento non pare opportuna".

Peran espulsa dalla direzione del Partito - Alla fine sono stati i votanti ad esprimere il loro verdetto. Dovevano decidere tra la revoca o la sospensione di Xenia Peran dalla direzione del PS di Lugano. Con 13 voti favorevoli alla revoca, 10 alla sospensione e 2 astenuti, è passata la richiesta della direzione.  E alla fine si è tenuta la votazione per decidere il sostituto di Peran. La docente della Csia, Maria Grazia Talarico, che godeva del sostegno della direzione, ha ottenuto 18 voti. Cinque voti sono andati, invece a Francesco Mirabella, che aveva espresso il suo desiderio di candidarsi poco prima del voto. Si sono contate anche una scheda bianca e tre nulle.

Per Raoul Ghisletta un sospiro di sollievo. "Il Partito Socialista ha dimostrato di aver risolto questa problematica in due settimane. Non tutti i partiti riescono ad essere cosi veloci" ha dichiarato con soddisfazione.

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