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LUGANOFisico, politico e un po'… rap

17.04.14 - 07:00
In previsione del concerto che terrà il 10 maggio tra le mura del Palazzo dei Congressi, Luca Carboni si racconta…
Fonte foto Nico Clemente
Fisico, politico e un po'… rap
In previsione del concerto che terrà il 10 maggio tra le mura del Palazzo dei Congressi, Luca Carboni si racconta…

LUGANO - L’appuntamento è negli studi Rsi di Besso e Carboni, appena arrivato da Bologna, è seduto al bar: capelli e barba brizzolati e occhiali scuri. Mi saluta, ordina un caffè e incomincia a entrare nei dettagli di “Fisico & politico” (Sony Music, ottobre 2013), la sua ultima raccolta in cui figurano tre nuove canzoni e nove hit reinterpretate in duetto con altrettanti colleghi (Tiziano Ferro, Elisa, Jovanotti, Alice, Miguel Bosé, Franco Battiato, Biagio Antonacci, Cesare Cremonini e Samuele Bersani).

Luca, uno degli inediti è la title-track, che hai scritto e interpretato con Fabri Fibra. Quale credi che sia il vostro punto d’incontro?
"
Oltre a un’inevitabile stima reciproca, alla base c’è il mio amore per il rap, in particolare per il rap italiano… Una passione, questa, che era già nata all’inizio degli anni Novanta quando conobbi Jovanotti: amai così tanto il suo album “Una tribù che balla” (F.R.I. Records, 1991) che decisi di chiamarlo. Poco dopo ci ritrovammo in tour insieme, tentando, oltretutto, già in quel periodo, di amalgamare le rime e la forma canzone…"

Puoi raccontarmi il processo compositivo del brano?
"Mentre scrivevo, sentivo che qualcosa mancava, la mia vocalità non mi convinceva… Ho pensato immediatamente al rap, e di conseguenza a Fabri… In qualche modo tra noi due c’era già un legame: io ascoltavo i suoi dischi da un po’ di tempo e lui, dal canto suo, nelle interviste dichiarava spesso di essere affezionato alle mie prime produzioni…"

Potresti fare un’analisi del testo?
"L’essere umano è corpo e anima, togliere una delle due cose è impossibile…"

Nel mezzo di un verso Fibra dice: “L’industria musicale ci spinge come carriole”…
"Le case discografiche, da sempre, impongono agli artisti determinate scelte… Soprattutto ai più giovani…"

Puoi fare un esempio?
"Le etichette fanno spesso pressioni per chiudere i dischi in anticipo, senza consentire all’artista di apportare le ultime rifiniture…"

A te è capitato?
"No, mai, nemmeno per le mie prime produzioni… Ho avuto fortuna…"

Questa raccolta celebra i tuoi trent’anni di attività…
"Devo dire che non è stato un progetto nato a tavolino… Quando ho iniziato a scrivere la canzone con Fabri pensavo a un nuovo album di inediti… A farmi notare l’anniversario è stato il mio produttore… Da lì la decisione di riprendere le mie hit, coinvolgendo una lunga serie di amici… Successivamente, ognuno ha scelto la sua preferita…"

Gli arrangiamenti non hanno subito grandi trasformazioni…
"Seppur con qualche piccola eccezione, abbiamo voluto mantere pressoché intatto il passare del tempo…"

Oltre alla title-track, la raccolta conta altri due inediti, di cui uno, “C’è sempre una canzone”, scritto da Luciano Ligabue. Perché non è nato un duetto anche in questo caso?
"Luciano in quel periodo era molto occupato, stava portando a termine “Mondovisione”, il suo ultimo album. Se fosse capitato in un altro momento ci saremmo senz’altro ritrovati in studio a registrare insieme…"

Ora torniamo indietro: mi racconti i tuoi inizi? Quali erano i tuoi ascolti?
"Già da bambino, insieme ai miei fratelli maggiori, ascoltavo Dalla, De Andrè, Guccini… Poi scoprii De Gregori che, forse, è colui che ho amato di più… Nel 1977, quando avevo quindici anni, l’esplosione del punk mi spinse a focalizzarmi sui Clash…"

Nella tua prima band, i Teobaldi Rock, non eri il cantante…
"No, componevo e suonavo la chitarra… Scoprii la mia voce soltanto qualche tempo dopo, grazie a Gaetano Curreri e a Lucio Dalla: all’epoca scrissi “Navigando controvento” per gli Stadio e un giorno, mentre provavo la canzone in studio, mi registrarono di nascosto… Lucio mi chiamò in regia e mi disse: “Senti che roba… Sei bravo, perché non canti le cose che scrivi?”. E da quell’istante incominciai a crederci…"

So che hai un figlio di quasi quindici anni… Chi o cosa gli suggerisci di ascoltare?
"In generale, ultimamente, non segue molto i consigli di mamma e papà, ma credo che questo sia un aspetto dell’età… Siamo stati tutti adolescenti… (ride) Comunque, da un po’ di tempo si sta immergendo nella musica classica: la cerca, la scopre, per poi ascoltarla con particolare attenzione… Mi fa molto piacere…"

Tre anni fa, parlando di adozioni, hai dichiarato che non affideresti un bimbo a una coppia gay… Non riesco a capire…
"Io rispetto gli omosessuali, stiamo scherzando, quella mia dichiarazione è stata travisata e non riportata nella sua integrità: conosco diverse coppie etero che da tempo tentano di adottare un bambino e, nonostante ci siano tutti i presupposti, ancora oggi si ritrovano nel mezzo di un’estenuante attesa… Forse, in questi termini, le coppie etero potrebbero avere la precedenza… Tutto qui…"

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