Malgrado le indiscutibili professionalità che ancora oggi si cimentano con programmi per ragazzi, qualcosa di quelle emozioni in un certo senso è forse andato perduto.
Facciamo un quiz: chi si ricorda di "Minimondo" e di Leda Bronz? E di Silly Bertola, Giorgio Piffaretti, Adalberto Andreani, Piero Polato, Ora G, Vroum? Oppure ancora di Domino Superdomino, Bilzo Balzo (con il grande Michel Poletti) e di Daisy Lumini? Oppure ancora del grande, grandissimo Cappuccetto a pois (con il lupo più scalognato, dolce e divertente della storia dell'animazione per piccini)? Solo alcuni nomi (e ce ne sarebbero tanti altri, come quello della bravissima Maristella Polli, tanto per citarne uno) di persone e trasmissioni televisive che si sono prese cura dei bambini e dei giovani, dai più piccini ai più grandicelli.
E' vero: allora (sto parlando dei primi anni della TSI) non c'era molto. Non c'era il web e l'accesso alla televisione era ancora cosa non del tutto comune. Quello che mi piace ricordare di quel tempo è l'affetto e la gioia che circolava tra chi stava dall'altra parte dello schermo e chi di tanta bravura approfittava e grazie alla quale, anche, cresceva. Oggi è davvero più difficile fare l'animatore televisivo e radiofonico per bambini e giovani. Alcuni ci provano, e lo fanno con grande bravura (penso, ad esempio, a Linea rossa o a S-quot!).
Resta il fatto che, malgrado le indiscutibili professionalità che ancora oggi si cimentano con programmi per ragazzi, qualcosa di quelle emozioni in un certo senso è forse andato perduto…: la sensazione di condividere qualcosa di importante e divertente, tutti insieme. Bisognerebbe chiederlo ai ragazzi stessi, ma è innegabile che l'accresciuta disponibilità di programmi, siti, trasmissioni e app ha portato - accanto allo sviluppo di innumerevoli possibilità di "comunicare" – anche, forse, più solitudine e individualità.