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L'OSPITEArno Rossini: "Giovinco? Potrebbe essere un gigante e invece è un nanetto"

16.04.14 - 07:02
Fenomeno o bufala? L'attaccante della Juventus divide: "Starebbe benissimo in Premier ma, comunque, io non lo venderei: è un calciatore bestiale che può fare la differenza. Peccato la testa…"
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Arno Rossini: "Giovinco? Potrebbe essere un gigante e invece è un nanetto"
Fenomeno o bufala? L'attaccante della Juventus divide: "Starebbe benissimo in Premier ma, comunque, io non lo venderei: è un calciatore bestiale che può fare la differenza. Peccato la testa…"
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TORINO (Italia) – Giovinco chi? Avanti, siate sinceri, se non fosse per i suoi trascorsi parmigiani, quanti di voi conoscerebbero le vere qualità dell'attaccante della Juventus? Punta tascabile dalla classe cristallina, il 27enne a Torino ha raramente lasciato il segno. Con Ranieri prima e Conte poi, il gioiellino del vivaio bianconero in Prima squadra non ha saputo entusiasmare. Non l'ha fatto quando il club annaspava tentando di ritrovare la propria identità post calciopoli e neppure quando, da qualche anno, ha ripreso a dominare in Italia.

“Bravissimo ma leggero”. “Attaccante che non vede la porta”. “Trequartista indisciplinato”. Di Giovinco si è detto di tutto e di più. Il club l'ha difeso, Conte l'ha coccolato e i tifosi l'hanno contestato. E lui si è limitato a lavorare e ad attendere il momento della riscossa. E questo è arrivato lunedì quando, con una prestazione maiuscola, ha deciso il match della Vecchia Signora a Udine e, probabilmente, anche la corsa scudetto.

Ma dunque, Sebastian è o non è un giocatore da Juve?
“Giovinco è un calciatore bestiale – è intervenuto Arno Rossini – un atleta che può fare la differenza a qualsiasi livello”.

Eppure i numeri – come anche le “sensazioni” regalate – non sono dalla sua parte. Nella stagione in corso, il torinese non ha fatto la differenza. In quella precedente idem: non è stato in grado di lasciare il segno.
“Sebastian deve trovare una squadra forte, com’è la Juventus, che gli dia completa fiducia. Ha classe, velocità e inventiva. Ha estro e grandi colpi, purtroppo gli manca un po’ la testa”.

Ma un grande club può permettersi di aspettare un ragazzo come Giovinco? Lì se non vinci subito cominciano i processi.
“Ho avuto modo di vedere Sebastian a Parma. Era un idolo, stimato e applaudito, e riusciva a fare la differenza. A Torino il club lo difende ma i fan non lo sopportano. Il problema non è però la tifoseria: se riuscisse a fare bene con continuità quella si ricrederebbe. Il problema sta nella fragilità mentale del giocatore: se si sente solo un numero e non un elemento importante, fondamentale, allora si perde. Potrebbe essere un gigante e invece è un nanetto”.

Ma la testa si può allenare?
“Arsène Wenger dice che l’allenamento mentale te lo devi fare da solo. Sono d’accordo. È importante avere il sostegno della squadra ma alla fine a “tirarsi fuori” deve essere lui”.

Fossi un dirigente bianconero venderesti l’attaccante?
“Conosco bene Andrea D’Amico, l’agente di Sebastian (lo stesso di Gattuso, ndr), mi ha più volte detto che l’habitat naturale per il suo assistito è la Premier League. Sono d’accordo. Contro difese grosse e lente andrebbe a nozze. Detto ciò… no, io non lo venderei. È un valore aggiunto. È unico. E poi non dimenticate che in estate ci sarà il Mondiale. A inizio della prossima stagione, con la maggior parte dei giocatori europei stanchi, Giovinco, brevilineo e smilzo, potrebbe fare la differenza”.

Perché in Brasile non andrà.
“Anche qui… fossi in Prandelli non rinuncerei a un attaccante di quel tipo. Altro che i  “vecchietti” come Toni...”.

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