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CANTONELa benzina è d'oro per chi passa dal Ticino

16.04.14 - 08:18
Sulle autostrade il carburante continua a costare quasi due franchi al litro. Tra silenzi e veleni, i gestori delle stazioni e le autorità cantonali si danno colpe a vicenda.
Tipress
La benzina è d'oro per chi passa dal Ticino
Sulle autostrade il carburante continua a costare quasi due franchi al litro. Tra silenzi e veleni, i gestori delle stazioni e le autorità cantonali si danno colpe a vicenda.

BELLINZONA – Sfiora quasi i due franchi al litro. Ancora costi esorbitanti per il carburante nelle stazioni autostradali ticinesi. La nuova stagione turistica apre i battenti, le autostrade si fanno sempre più trafficate, ma alle colonne di rifornimento la cifra da sborsare non scende. Nell’ambiente, quando si tratta di rilasciare dichiarazioni ufficiali, le bocche sono cucite. A microfoni spenti, tuttavia, c’è chi parla di situazione scoraggiante. E pensare che proprio Ticino Turismo aveva indicato gli autogrill come nodi cruciali per la promozione del territorio nei confronti delle persone in transito lungo le autostrade della Svizzera italiana. Obiettivo difficile da centrare se già la materia prima venduta in questi posti si presenta cara come l’oro.  

Divario enorme – Il problema del costo del carburante nelle aree di servizio autostradali non è solo ticinese, ma è generalizzato. Anche oltre San Gottardo il rischio di essere spennati davanti a una pompa in autostrada è alto. Ma tra un litro di benzina acquistato su un’autostrada ticinese e un litro della stessa benzina acquistato pochi chilometri più distante, in periferia, possono esserci anche 30-40 centesimi di differenza. Un divario enorme, difficilmente giustificabile, soprattutto se si considerano le difficoltà che il Ticino ha nell’attrarre nuova linfa turistica. “Il fatto – spiega con diplomazia Matteo Centonze, responsabile delle aree di servizio di Coldrerio – è che Cantone e Confederazione vogliono la loro parte. Gli affitti poi, visto che si tratta di strade nazionali, sono più alti”.        

Concessioni - A condizionare i prezzi alti del carburante è anche il fatto che il Cantone assicura ai responsabili delle stazioni di benzina una concessione trentennale. Dopodiché il tutto viene rimesso in gioco tramite un bando di concorso pubblico. È capitato a Coldrerio, dove di fatto il progetto della Centonze SA ha bagnato il naso a quello dei precedenti gestori. E accadrà ancora, nel 2016, quando le carte saranno rimescolate anche per le due stazioni di Bellinzona nord e sud. In quell’anno la concessione per il gruppo Shell scadrà.

Tutto in 30 anni – “Non sono soltanto i carburanti a essere cari sull’autostrada – afferma Rocco Cattaneo, amministratore delegato di City Carburoil SA –, anche gli altri prodotti venduti hanno prezzi superiori alla media e questo perché le condizioni imposte dal Cantone sono troppo onerose e, in parte, anche assurde”. Ad esempio, il recente concorso per l’aggiudicazione delle aree autostradali di Bellinzona prevede che la società vincitrice metta a disposizione del Cantone una garanzia bancaria a prima chiamata di 12 milioni di franchi e che versi una pigione fissa di 1 milione di franchi, oltre ad una pigione variabile sui carburanti venduti e sulla cifra d’affari lorda realizzata con la ristorazione e i commerci. “Oltre a considerare questi costi – precisa Cattaneo –, la società concessionaria deve realizzare l’intero investimento a proprio carico. E si parla di decine e decine di milioni. Dopo trent’anni, al termine della concessione, il tutto dovrà essere consegnato gratis al Cantone. Oppure, su desiderio di quest’ultimo, demolito a proprie spese. E il paradosso consiste nel fatto che, tra i parametri di aggiudicazione, ottiene più punti chi investe maggiormente. Ecco dunque un esempio pratico dei motivi per cui i prezzi sull’autostrada, in Ticino, sono al di sopra di quelli della media nazionale”.

Silenzi - Interpellata sulla questione, Katrin Schatz, portavoce di Shell, si cela dietro a un laconico ‘no comment’. La stessa cosa fanno all’Ufficio stampa di Ticino Turismo. In pochi dunque si espongono sulla situazione. Eppure la lista delle cose che non piacciono è lunga. C’è chi sostiene che 7 stazioni di servizio autostradali (compresa l’area di Campagnola, a San Vittore) siano troppe per la Svizzera italiana. Altri giudicano proibitive le condizioni imposte dal Cantone per aggiudicarsi una concessione. Altri pongono l’accento sul fatto che i bandi di concorso non tutelino sufficientemente gli imprenditori locali. Per altri ancora la quota che finisce nelle casse dello Stato è esagerata.

Il progetto migliore - E allora tocca a Loris Bianchi, capo dei Servizi generali del Dipartimento del territorio, evidenziare la versione dell’autorità. “Ogni 30 anni viene esposto un bando di concorso pubblico per la gestione delle aree di servizio. Se lo aggiudica chi ha il progetto più valido ed è in grado di fornire le garanzie finanziarie più solide. Questo significa che un ‘vecchio’ gestore può tranquillamente rimettersi in gioco”.

Monopolio - Per Bianchi attribuire allo Stato la responsabilità dei costi elevati della benzina in autostrada è un errore. “Prima di tutto va precisato che il costo del carburante in genere dipende dal mercato, dai dazi federali e dai costi del distributore. Ogni distributore paga l’affitto del terreno sul quale esercita e quindi anche i gestori delle stazioni autostradali. Questi ultimi possono sfruttare una certa situazione di monopolio, sanno che in quel tratto autostradale ci sono solo loro e quindi possono adattare i prezzi di conseguenza”.

Libero mercato - Troppi soldi nelle casse del Cantone? Per Bianchi lo Stato non impone nulla. “È una questione di libero mercato nel senso che i ‘costi di affitto’ sono liberamente offerti  dal gestore dell’area di servizio nel pubblico concorso ed è quindi poi il gestore che valuta sino a che punto gli utenti autostradali saranno disposti a pagare la benzina in autostrada e se vuole intercettare o meno anche l’acquisto da parte dei ticinesi o solo quello dei passanti”.

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